Danila Santagata è più e più volte maestra: ama insegnare, ama spiegare, ama far comprendere, perché sa che oltre le nozioni e le regole, la scrittura creativa e quella brillante ( che dio ce ne liberi), ci sono le storie di ognuno di noi… e c’è il mare. C’è spesso il mare in “ Una finestra sul mondo” della Santagata.
Nei dodici racconti, lungo e attorno una raccolta che si legge d’un fiato, una brezza malinconica, quasi uno zufolare tra le onde buie, paradossalmente, dà speranza al patetico destino dell’uomo, a storie speciali senza lieto fine. C’è il mare (lo Jonio senza vele Achee?) nell’indifferenza, nello squallore, dove la pietà è morta. Nel leggere avidamente questa serie di racconti mi è venuto in mente Milan Kundera con il suo Valzer degli addii.
Lo so, tutto è diverso tra i due autori e le loro opere, ma non è forse vero che nel libro appena citato ci sono descrizioni di luoghi e persone, amori ridicoli; c’è una luce seppiata, c’è una luna stanca che si alza, osserva, se ne va e se ne fotte della sofferenza là sotto, anche di quella del più grande che l’autrice pone in fronte a ogni cosa: un padre, il colosso che lotta, si aggrappa, molla e, pesante di bagaglio, non si rialza più. Come Dino, poco prima, discende sotto terra, entrambi faraoni senza mito o dipinti a olio che li tramandano.
Racconti di marmo, luce fredda, sottoscala; nel pianto freddo di Danila Santagata c’è uno stridulo di chitarra elettrica distorto dal mixer nel sound check; nel pianto dignitoso e soffocato dei personaggi di questa autrice calabrese, ogni emozione viene tolta dalla banalità e collocata in una dimensione più alta. Dietro ogni bozzetto, affreschi, ritratti, c’è sempre una vasta e complessa tela che mi fa affermare, in conclusione, che il libro “Una finestra sul mondo” non ha bisogno di violini in sottofondo né di colonne sonore.
- Ercole Macrì, GiornalistaPersona complessa, ironica, tagliente e dolce, vive di picchi e d’emozioni. Attualmente tenta di affrontare la vita con leggerezza come solo chi ha sfiorato l’abisso può permettersi.
- Andrea Alicandro, GiornalistaRaramente qualcuno mi ha insegnato qualcosa dai diciotto anni in su. Tu ci sei riuscita. Mi hai insegnato a guardare nel fondo scuro della mia anima, mi hai insegnato il coraggio e la forza, tu, piccolo scricciolo biondo
- Monica Allegrucci, GiornalistaDanila è una vera combattente, cade si rialza, la spada la impugna quasi senza parere, ma non la lascia mai, ci dorme anche. Con spada e nemici.
- Luisa Cordova, GiornalistaL’unico difetto dei tuoi libri è che finiscono troppo presto.
- Monica Allegrucci, GiornalistaRealismo contemporaneo per un libro che si legge d’un fiato
“Una finestra sul mondo” è uno spaccato di vita contemporanea. L’ho acquistato perché incuriosita da alcune frasi del libro pubblicate sul blog dell’autrice e sui social. Devo ammettere che la sorpresa è stata grande. Per quanto immaginassi di trovarmi fra le mani un buon libro, devo riconoscere che, alla mia veneranda età e dopo un mare di letture (fa parte del mio lavoro, oltre ad essere una passione), i racconti di quest’autrice finora sconosciuta, da me, almeno, mi hanno aperto un mondo.
Oltre allo stile, coinvolgente quanto scorrevole, la Santagata mostra di conoscere i più piccoli meccanismi del cervello umano, femminile, ma spesso anche maschile, ottenendo il risultato di un libro che di legge tutto d’un fiato, spinti dalla curiosità di ciò che accade nella pagina successiva (la scrittura è estremamente sintetica) e cullati dalle onde del mare, quasi sempre presente e da quelle delle riflessioni, cui i racconti inducono.
Estremamente crudo in alcuni punti, il libro apre una chiave di vita insolita, come se chi lo ha scritto ne avesse passate così tante da dire: basta, è passato, andiamo oltre. Un realismo, più che pessimismo, che pochi autori contemporanei italiani sanno mettere nero su bianco. Lo consiglio a chiunque, almeno a chi ha la voglia e la predisposizione ad andare fino in fondo ai sentimenti umani ed al senso della vita.
- Anna Russo, Insegnante di lettere