Attacchi di panico, 5 modi per riconoscerli
2 Febbraio 2016Molte persone soffrono di attacchi di panico senza saperlo. E’ errore comune, infatti, credere che essi siano unicamente associati a senso di soffocamento e timore di morire da un momento all’altro.
Questa, in realtà, è solo la più classica e, dunque, conosciuta manifestazione del disturbo. La mente umana, però, è sconfinata e le sue manifestazioni di disagio sono praticamente illimitate. Tentiamo di capire quali sono le più comuni e diffuse.
Un giramento di testa improvviso può essere il segnale di un disagio mentale. Può durare un secondo, come un’intera giornata.
Altra manifestazione può essere un’eccessiva debolezza, accompagnata da astenia, simile a quando si ha la febbre.
Anche un cambio improvviso della temperatura corporea può essere una manifestazione di panico. Generalmente si avverte caldo improvvisamente, mentre la temperatura atmosferica è normale o, addirittura fredda. Spesso questo sintomo è accompagnato da sudorazione eccessiva improvvisa.
Un senso di disorientamento, anch’esso variabile come durata, associato a confusione mentale: anche questo può essere espressione di un disagio psichico.
Altro sintomo può essere un disturbo di digestione, o senso di nausea.
Ciò che può aiutare a capire il disagio da cui provengono questi sintomi è che, paradossalmente, la somatizzazione indica il tipo di disturbo che colpisce la mente: la nausea, ad esempio, può essere sintomo di una situazione che non sopportiamo più, che ci nausea, appunto. Così come il senso di confusione in genere è segno di una scarsa chiarezza mentale riguardo ad un episodio della nostra vita, o ad una situazione stazionaria che inizia a non piacerci, mandandoci in tilt.
Naturalmente, se si tratta di episodi sporadici, possono essere “trascurati”, ma, se diventano persistenti, a mio parere, è necessario rivolgersi ad uno psichiatra. Assolutamente mai agli psicologi. Depressione ed attacchi di panico sono disturbi seri e vanno trattati, dunque, medicalmente. Nella mia lunga esperienza, ho tentato più volte di rivolgermi a psicologi, arrivando alla conclusione che, con la psicoterapia che ho alle spalle, ne so più di loro. Dunque, eventualmente, è meglio una chiacchiera con un amico che non una seduta con uno psicologo.
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