Boschi, bufera, fuori luogo, su vignetta “sessista”
11 Agosto 2016La vignetta di Mannelli, pubblicata ieri dal Fatto Quotidiano, ha suscitato critiche e polemiche da ogni parte politica. Si è parlato di sessismo, volgarità, di satira priva di senso. Travaglio respinge ogni critica ai vari mittenti. E noi con lui
Partiamo dal presupposto che la satira, dal latino satura lanx, il vassoio riempito di offerte agli dei, è una forma libera del teatro, o un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall’attenzione alla politica ed alla società, che ne mostra le contraddizioni, incentivando il cambiamento.
Basata su sarcasmo, ironia, trasgressione, dissacrazione e paradosso, la satira politica sceglie come bersaglio i potenti del momento; anzi, più in alto si colloca il destinatario del messaggio satirico, maggiore è l’interesse manifestato dal pubblico.
Forse tutto ciò è ignorato da chi ha trovato così “oscena” la vignetta di Iannelli.
“Meglio ricordare chi siamo noi – scrive Marco travaglio in un editoriale intitolato ‘I satiristi sono sacri, almeno qui al Fatto’ (E menomale che qualcuno riconosce alla satira il senso che essa ha, ndr): un giornale – prosegue Travaglio – nato per pubblicare ciò che nessuno pubblicherebbe mai in una stanza conformista, servile e bigotta”. “L’altra sera – prosegue Travaglio – quando è arrivata la vignetta di Mannelli, ci è parsa perfetta per descrivere il vuoto pneumatico e l’analfabetismo costituzionale che albergano nella testolina della Boschi …”. Qualcuno può dargli torto? Non noi, sicuramente.
Anche l’autore della vignetta, Riccardo Mannelli, si difende, sempre dalle colonne del Fatto Quotidiano.
“Questo è sessismo? – dice – Non so se ridere o piangere. Il mio disegno può non piacere, ma dice una cosa molto semplice: la Boschi va in giro da mesi, ogni sera su un palco diverso, a comunicare il vuoto pneumatico. A riempire chi la ascolta di parole senza significato. La vignetta sostiene questo: di quei discorsi non resta nulla, al massimo le cosce”. E il sorriso, mi permetto di aggiungere, disarmante. Altro, in effetti, nella signora delle riforme, non c’è.
Fortuna, dunque, ancora una volta, che esista il Fatto Quotidiano, che esista almeno uno degli organi di stampa nazionali, dove la censura renziana non attecchisce. Questo governo è fatto, in larga maggioranza, di analfabeti politici, premier in primis, che ora azzardano addirittura una modifica a quella Carta Costituzionale, per la quale, oltre ai massimi esponenti della giurisprudenza dell’epoca, sono stati contattati scrittori e saggisti, proprio per renderla perfetta. Così, com’è.
Mannelli dice che non sa se ridere o piangere. A noi, francamente, di fronte al tentativo di censura, oltre che all’analfabetismo, non solo politico, ma anche culturale, viene da piangere. Ecco perché ci auguriamo, al più presto, di liberarci di questa classe dirigente inadeguata e di “eletti”, non eletti, che dovrebbero rappresentare il popolo in Parlamento e che farebbero bene, quanto meno, a rimanere in silenzio, anziché scrivere, dire, o far scrivere fandonie basate sul nulla o, peggio, sulla più totale ignoranza.
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