Pasolini. Una voce fuori dal coro spezzata anzitempo
3 Novembre 2015Pasolini: “Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro. […] Sono scandaloso. Lo sono nella misura in cui tendo una corda, anzi un cordone ombelicale, tra il sacro e il profano”.
Fu talmente insaziabile il suo appetito di vita, da portarlo ad essere assassinato, non si sa ancora adesso, quarant’anni dopo, da chi e perché. O, meglio, non lo si sa con certezza. Perché le ipotesi sono tante. Senza neanche considerare quella dell’omicidio a sfondo sessuale per il quale un giovane probabilmente innocente fece anni di carcere, la telefonata di una donna, giornalista, letterata, esperta di vita e di politica come Oriana fallaci, allora compagna di Alexandros Panagulis, al Corriere della Sera, in cui diceva, senza dubbio alcuno, che Pasolini era stato ucciso dai fascisti, fa tanto pensare.
Un “uomo che non ha paura”, un “intellettuale scomodo”, veniva definito da chi bene lo conosceva e tutto ciò non fa che avallare l’ipotesi della Fallaci. Assassinato dai fascisti. Ipotesi, solo ipotesi, che tutt’ora lasciano un buco incolmabile in quella via dell’Idroscalo di Ostia e nella realtà culturale artistica del nostro paese.
E, paradossalmente, tra il sacro della sua infinita cultura ed il profano di una vita dissipata, tipica dell’artista, ha teso troppo la corda, Pier Paolo Pasolini, tanto da essere ucciso a soli 53 anni, lasciando una lunga lista di opere e fatti tuttora più che apprezzabili, ma spezzata dalla fine precoce.
“Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia” diceva l’intellettuale e non si potrebbe pensare a nulla di più attuale, quarant’anni dopo la sua morte.
“Il sogno di ogni giocatore è partire a metà campo, dribblare tutti e segnare – altra frase celebre di Pasolini – Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai”. Naturalmente quella del gioco del calcio è una metafora, ma a lui non successe, come non succede a molte delle grandi teste e voci “fuori dal coro”.
Non possiamo che ricordarlo con il doveroso e sentito dolore per una perdita di entità tale e sperare che si possano riaprire le indagini per fare, se non altro, chiarezza, sul come e perché quella preziosa esistenza sia stata spezzata anzitempo.
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