Io non taccio. Per non morire ogni giorno
6 Febbraio 2016Contributo richiestomi e letto all’evento ” IO NON TACCIO. Pensieri di legalità” Brescia, 29/1/2016, dalla voce narrante di Chiara J. Nassa. Presente, Paolo Borrometi, giornalista e scrittore che vive sotto scorta per le minacce ricevute.
Il silenzio è mafia. Tacere è il primo passo verso tutto un modo di agire e di pensare che, purtroppo, sta devastando la nostra bella Italia e che si chiama mafia. Perché mafia non è solo un’associazione criminale basata sull’omertà. Mafia è un modo di essere.
Mi associo a Paolo Borrometi, che, dopo varie minacce subite dalle cosche siciliane ed anche dalla ’ndrangheta calabrese, dice: “la cosa che più ti fa gelare il sangue è chi ti dice: “Chi te lo fa fare?””. Ecco, quel “chi te lo fa fare”, che alla sottoscritta è capitato più volte di sentire per molto meno, quel “chi te lo fa fare” è già mafia.
Mafia è il silenzio delle istituzioni su argomenti importanti, quanto delicati, come quello su Di Matteo, ad esempio, il pm del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, che rischia la vita tutti i giorni pur di perseguire la verità dei fatti.
Il silenzio delle istituzioni su questo è assordante, così come quello della stampa, dell’informazione. Ma quale informazione? Se si accende la tv o si legge uno dei quotidiani considerati “importanti”, ci si disinforma. D’altra parte la tv di Stato ed anche le altre, così come i quotidiani di cui dicevamo, devono rendere conto ad uno Stato che con la mafia ci va a braccetto da decenni. Ecco il motivo della disinformazione degli organi che dovrebbero informare.
Un esempio eclatante si è avuto qualche settimana fa, quando il pentito D’Amico ha dichiarato che l’urologo Attilio Manca è stato ucciso dai servizi segreti. Nessun giornale, a parte Gazzetta del Sud, ha dato la notizia. Ma Attilio Manca chi? Ti dicono quando ne parli, anche persone che fanno il mio stesso mestiere. Nessuno ha parlato di quella rivelazione, di una verità, per altro, già nota. Il Fatto Quotidiano, con un giorno di ritardo, ha relegato la notizia a pagina 9. Come a dire noi lo scriviamo, ma non lo urliamo.
Noi, invece, vogliamo scoprire la verità, su Attilio Manca, così come sui nomi che hanno rovinato il Paese, mettendosi, dall’alto dei palazzi del potere, in affari con la mafia. Noi questa verità la cerchiamo, ogni giorno e vorremmo urlarla ai quattro venti. Perché? “chi ce lo fa fare”? La nostra coscienza di cittadini onesti.
Paolo Borsellino diceva: “Avere paura significa morire ogni giorno. Non averne significa morire una volta sola”. Noi non abbiamo paura.
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