Istat, sbugiardati Renzi e i “giornaloni”
4 Marzo 2016Istat: Lo 0,8% comunicato martedì, che è il numero rivendicato fin dallo scorso dicembre dal premier Matteo Renzi , è un dato grezzo, non depurato per i giorni lavorati. Nel 2015 il pil corretto è aumentato dello 0,6%
Da Renzi fandonie e, ciò che forse preoccupa di più, stesse baggianate scritte, nero su bianco, sui principali quotidiani
L’economia in ripresa, i risultati di due anni di governo che avrebbero portato il Paese alla guarigione, il pil in aumento dello 0,8%. Queste le sciocchezze dette dal premier negli ultimi giorni e, cosa decisamente più grave, riportate dai “giornaloni”, che, pure, sono provvisti, nelle redazioni o solo come collaboratori, di fior di economisti.
Oggi, la smentita dell’Istat fa crollare il castello del povero Matteo e ci fa capire quanto i quotidiani siano poco attendibili.
Lo dice chiaro, l’Istat: nel 2015 il pil corretto per gli effetti di calendario, cioè tenendo conto che i giorni lavorativi sono stati tre in più rispetto al 2014, è aumentato dello 0,6%. Ed aggiunge: Il dato destagionalizzato, peraltro identico a quello preliminare diffuso il 12 febbraio, è nero su bianco nel comunicato sui conti economici trimestrali diffuso venerdì, che conferma il “progressivo indebolimento” della crescita congiunturale: nel primo trimestre dello scorso anno il prodotto è cresciuto dello 0,4%, nel secondo dello 0,3%, nel terzo dello 0,2%, nel quarto solo dello 0,1%. Lo 0,8% comunicato martedì, che è il numero rivendicato fin dallo scorso dicembre dal premier Matteo Renzi è invece un dato grezzo, non depurato per i giorni lavorati.
Ecco la dimostrazione di come il povero premier, sul viale del tramonto, continui a dire fandonie. Ma, a nostro avviso, il dato più preoccupante è che i giornali principali le riportino come oro colato.
Il Paese, purtroppo, continua ad essere in grave difficoltà economica e, per il futuro, le previsioni non sono consolanti, dal momento che, pur di dire che ha abbassato le tasse, il premier sta consentendo che le varie lobby che lo manovrano ci massacrino di costi aggiuntivi. Non ultimo, il principale gestore di telefonia, Tim, sul quale si vocifera di un’inversione di tendenza, con il ripristino dello scatto alla risposta ed altri mezzucci per spillare soldi ai cittadini
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