Santagata: ma perché indagare sulla Ferrante?
13 Marzo 2016Se una cosa funziona, non c’è motivo di cambiare alcunché. Sterile e quasi invadente cercare di risalire all’identità dell’artefice di un successo letterario, che probabilmente non verrà mai fuori. Ed è giusto che sia così, se continua a vendere come ha fatto finora…
Che porti il mio stesso cognome è fatto del tutto secondario. Marco Santagata, scrittore noto ed autorevole, nonché docente di Letteratura Italiana, si è preso la briga di ricostruire la storia di quella che si fa chiamare Elena Ferrante ed ha sbancato nelle librerie arrivando addirittura ad aggiudicarsi il terzo posto al prestigioso premi Strega.
Senza entrare nel merito delle opere della Ferrante, che, da umilissima giornalista, sconosciuta scrittrice, amante dei classici russi, oltre che di americani contemporanei che non sto ad elencare, in tutta sincerità, non sono riuscita a leggere (sarà ignoranza da parte mia, immagino), devo però sottolineare che trovo singolare che un uomo di cultura, che per puro caso, grande soddisfazione, porta il mio cognome, abbia avuto il tempo e la pazienza di percorrere le origini storiche ed ambientali dell’autrice dei best seller che ormai tutti conoscono.
Inutile dire, si sa, che Marcella Marmo, secondo Santagata, Elena Ferrante, ha smentito immediatamente, sostenendo di essere solo una docente. Forse non tanto inutile dire che, se anonima vuole restare, che sia donna, uomo, o più penne, maschili e femminili messe insieme, un motivo deve pur esserci e dunque ritengo non sia il caso d’invadere la privacy di un pacchetto editoriale che assicura successi in un’epoca in cui far carriera nell’editoria è un’impresa.
Se fosse una donna, non avrebbe motivo di svelare la propria identità. Così pure se le opere della Ferrante fossero scritte a quattro, sei, otto mani…
Se una cosa funziona, non c’è motivo di cambiare alcunché. Trovo, dunque, nonostante la stima nei confronti di Santagata (e non è solo perché portiamo lo stesso cognome), sterile e quasi invadente cercare di risalire all’identità dell’artefice di un successo letterario, che probabilmente non verrà mai fuori. Ed è giusto che sia così, se continua a vendere come ha fatto finora…
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