Referendum. Confronto sì, confronto no. Il balletto governativo da Boschi e Renzi
7 Ottobre 2016Maria Elena Boschi aveva dato forfait al confronto con Matteo Salvini, fissato per questa sera, di fronte alle telecamere di “Otto e mezzo”. Motivi? Ignoti. Ma poi ci ripensa.
Il premier Renzi, da parte sua, aveva accettato il confronto sul tema della riforma con il professor Pasquino, politologo di grossa fama, a Radioanch’io, ma poche ore prima il professore è stato informato che il presidente del Consiglio si sarebbe tirato indietro
Confronto sì, confronto no: la Boschi dice no a Salvini, ma poi ci ripensa. Renzi, al contrario, dice sì ad un esperto politologo e poi fa retromarcia.
Se anche i dubbi sulla validità della riforma costituzionale non fossero già abbastanza diffusi, i balletti governativi di questi ultimi giorni di fuoco, prima del fatidico 4 dicembre, ne farebbero, quanto meno, sorgere alcuni.
A modesto parere di chi scrive, un governo convinto delle proprie azioni e, soprattutto, di una riforma costituzionale che rischia di far saltare diversi equilibri, non dovrebbe avere alcuna remora al confronto.
Che sia con Salvini, mi si consenta di dire forse ancora più ignorante politicamente dei signori del governo, o con un esperto politologo, se non avessero dubbi sull’efficacia di questa riforma, per quale motivo, viene da chiedersi, la Boschi e Renzi sono tanto restii al confronto?
Sarà, forse, perché temono di esser messi in difficoltà con domande, per altro legittime, su alcuni punti della riforma che risultano incomprensibili anche ai maggiori esperti in fatto di politica e di legge?
Questo nessuno può dirlo. Resta il fatto che la figura della coppia del momento, Renzi – Boschi, non è delle migliori.
E dire che sono stati spesi fior di quattrini per la campagna referendaria. Non sarebbe, forse, stato meglio, impiegare quei soldi, non diciamo per far scendere un minimo il debito pubblico o cercare di risollevare le sorti di un’economia sempre più in crisi, quello sarebbe chiedere troppo, ma, se non altro, per assumere un esperto che spiegasse loro quel pasticciaccio brutto di riforma con cui sono determinati a devastare una Carta Costituzionale perfetta?
A voi, l’ardua sentenza.
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