Le Iene, benzodiazepine, quando la superficialità giornalistica crea panico ingiustificabile
22 Maggio 2017Un servizio trasmesso dalle Iene, nella puntata di ieri, getta il panico su chi fa uso di benzodiazepine, senza conoscere nulla sul tipo di molecola, tanto da toppare anche il titolo: “Quando un sonnifero dà dipendenza”
Benzodiazepine: una molecola, un universo. Nella trasmissione “Le iene” di ieri, 21 maggio 2017, è andato in onda un servizio che aveva l’intenzione di parlarne, quando, più che altro, ha gettato il panico in chi ne fa uso, negli amici e parenti di chi le assume, in assoluto in chi ha avuto la sfortuna di imbattersi in quella che viene spacciata per informazione ed invece, come in questo caso, diventa l’esatto opposto.
Premesso che non mi permetto di giudicare il lavoro di colleghi giornalisti o cosiddetti tali, mi assumo, però, la responsabilità di negare quanto affermato nel servizio in questione. A partire dal titolo. Benzodiazepina è una molecola, non un farmaco, da cui vengono estratti una serie di farmaci, di maggiore o minore potenza. Nulla, o molto poco, questo tipo di molecola ha a che fare con i sonniferi, tutt’altra cosa.
Le benzodiazepine (Xanax, Alprazolam, Tavor, Lorazepam ecc.) nascono come ansiolitici. Ansia e depressione, faccio presente, non per scienza assunta, ma per esperienza personale, oltre a studi fatti in merito, quasi sempre vanno di pari passo. Non per niente, le tanto demonizzate benzodiazepine contengono un minimo principio di antidepressivo. Se prescritte da un medico competente, esse non rappresentano un rischio per la vita del paziente che ne fa uso, come il servizio delle Iene ha sostenuto con assoluta certezza. Naturalmente, se il paziente, depresso o affetto da ansia patologicamente irrefrenabile, abusa del quantitativo del farmaco in questione, ciò rappresenta un rischio per la sua vita, esattamente come qualunque altro farmaco, non esclusa l’aspirina, di uso più che comune. Fare incetta di pillole, ingerirle in quantità spropositata, rappresenta sempre e comunque un pericolo per chi lo fa.
Ciò non vuol dire che le benzodiazepine siano una droga, o ad essa paragonabili. La molecola delle benzodiazepine è semplicemente un aiuto in casi di ansia patologica o depressione maggiore, che quasi sempre comporta ansia. Da qui, poi, ad intervistare un ex cocainomane che ha tentato di sostituire la droga con benzodiazepine non meglio identificate, passa un mare d’ignoranza, superficialità ed inesperienza, giustificabili, forse, in chi ci è passato, ma non in chi pretende di fare informazione.
E veniamo al dunque: un paziente (che seguo e conosco personalmente e profondamente) che assume Xanax durante il giorno, per avere un minimo di lucidità che la depressione gli porta via e Tavor per dormire, è stato in grado di ridurre, gradualmente, le dosi di entrambe le benzodiazepine in un momento di relativo benessere, dovuto a cure adeguate ed alla giusta psicoterapia.
Lo stesso soggetto, in passato, non ben seguito, ha ingerito quantità spropositate di Xanax e Tavor, rischiando di morire. Volutamente.
Credo che ogni conclusione sia ovvia. Ma tengo a precisare che, quando, tentando di fare informazione, si parla di depressione (vera, maggiore, non la tristezza che spesso chiunque di noi avverte) o ansia (patologica, paralizzante, diversa dal comune nervosismo delle persone di questo secolo), sia necessario informarsi accuratamente e dettagliatamente. Altrimenti, quando la gente dice che fare il giornalista è sempre meglio che lavorare, non si può che darle ragione.
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