Reggio Emilia, quando l’orrore supera ogni limite: bambini come merce
1 Luglio 2019Reggio Emilia. I piccoli venivano sottratti illecitamente ai genitori per essere affidati ad altre famiglie dopo un giro di denaro. Falsi ricordi di abusi sessuali generati nei bimbi attraverso coercizione ed impulsi elettrici da parte di psicoterapeuti
Reggio Emilia. L’inchiesta si chiama “Angeli e demoni”. Anche se demoni è un termine blando per definire le persone, se così le si può chiamare, coinvolte in questa torbida vicenda che supera gli abissi più profondi dell’orrore più nero.
Di fatto, ad essere coinvolti, sono politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino. I bambini, scelti tra famiglie con qualche difficoltà economica, venivano allontanati dai genitori legittimi, per poi essere accatastati in un magazzino, come pacchi. Non venivano loro consegnate lettere né regali delle famiglie d’origine e finivano in situazioni pericolose, a volte vittime di abusi sessuali.
Tra le accuse ai responsabili degli orrori, lesioni gravissime, frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso. Alcuni di loro sono ai domiciliari, altri hanno il divieto di esercitare la professione.
Ma, mi domando, sono sufficienti queste misure nei confronti di gente del genere? Medici capaci di violare oltre misura la deontologia professionale, provocando scariche elettriche su innocenti, per alterarne la memoria, creando in loro falsi ricordi di stupri subiti nelle famiglie d’origine. Politici che, con ogni probabilità, muovevano i fili della macchina degli orrori. Dipendenti dei servizi sociali che vendevano la propria professione al diavolo pur di fare soldi.
Saranno sufficienti gli arresti domiciliari o il divieto di esercitare la professione? La mia risposta è implicita. Fermo restando che la pena di morte, giustamente non valida nel nostro paese, è un abominio quasi, ma solo quasi, pari alle malefatte di questi demoni, il carcere, però, non come misura cautelare, ma come tentativo di insegnare a questa gente a vivere… quello credo sarebbe stato opportuno da subito. Ma gli orrori son venuti fuori solo da un anno circa, dunque diamo tempo al tempo e soprattutto alla giustizia, che in Italia, si sa, si muove come una tartaruga addormentata.
Ma ciò che mi domando, soprattutto, è se sarà possibile per queste creature ritrovare un briciolo di serenità e quell’ingenuità che gli è stata estorta nel modo più disgustoso possibile. Io credo di no. Non per niente, secondo quanto riportato dai Carabinieri, alcune delle vittime ora “manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo”.
Ed allora, in questo mondo che va sempre più a rotoli, su questa terra dove la giustizia somiglia sempre più ad un ricordo lontano, in questo paese dove chi tenta di salvare vite umane viene arrestato e chi uccide mentalmente piccole creature resta a piede libero, o, tutt’ al più, ai domiciliari, forse dovremmo dar retta alle parole di un gigante della letteratura come Dante Alighieri: “Tre cose ci sono rimaste del Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”. Nessuno deve azzardarsi a toccarli!
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