Genovese. Terrazza “Sentimento” per noi è terrazza “Inferno”
3 Dicembre 2020Alberto Genovese, dopo lo stupro un altro processo per il caos a Terrazza sentimento segnalato 13 volte. Genovese è in cella per violenza sessuale. Chiuse le indagini per disturbo della quiete pubblica con le feste a Terrazza sentimento
“Io non ho mai fatto male a nessuno, non riesco a capire perché non è stato dato nessun valore alla mia vita, ho visto la morte in faccia e non riesco a spiegarmi il perché di questa crudeltà”. Sono parole della diciottenne stuprata da Alberto Genovese, l’imprenditore digitale che ha trasformato le feste sulla sua Terrazza “Sentimento”, attico in piano centro milanese, in uno spettacolo che definire bestiale è poco. Una bestia non si comporta come faceva Genovese, con la complicità della fidanzata, né come facevano i suoi amici, super selezionati ed obbligati a lasciare i telefoni all’ingresso, per evitare filmini o foto.
Genovese ora è in carcere. Ma tanto basta?
Le conseguenze su una donna che subisce violenza sono gravissime: isolamento, depressione, ansia, sintomi somatici, tentativo di suicidio e disturbo da stress post traumatico.
Burgess e Holstrom (1974), nel loro lavoro con le vittime di stupro presentato al Boston City Hospital, hanno descritto la “sindrome da trauma di stupro” (rape trauma sindrome).
Le reazioni che hanno rilevato nella loro esperienza, sono sia comportamentali, che somatiche e psicologiche; solitamente si manifestano in due fasi: una fase di disorganizzazione acuta, che dura qualche settimana, ed una di riconoscimento, che può durare da più di una settimana a molti anni.
Un’esperienza, insomma, devastante, quella di chi subisce violenza. Nessuna pena inflitta al carnefice in questione è sufficiente, anche se nel nostro paese sono ultimamente aumentati gli anni di detenzione previsti. L’articolo 609 bis c.p. prevede – come modificato dalla legge (l. 69/2019, art. 13) che ha introdotto il cosiddetto “codice rosso” – la pena della reclusione dai 6 ai 12 anni (in precedenza era dai 5 ai 10 anni) per chi “con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”. Certo, poi ci sarà la buona condotta, i vari sconti di pena. Siamo alle solite: nessuno paga mai abbastanza. Nessuno mai sconta la pena che gli toccherebbe per aver violato l’equilibrio di chi “non ha mai fatto male a nessuno, sente che non sia stato dato valore alla sua vita e ha visto la morte in faccia”.
“La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla”.
“Benedetto Croce”
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