Nuovo Dpcm. Forse un folle potrebbe trovarne una sensatezza
4 Dicembre 2020Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm che entra in vigore oggi, 4 dicembre e varrà fino al 15 gennaio 2021
Nuovo Dpcm. Siamo quasi certi che in un reparto psichiatrico ospedaliero, possibilmente in una zona circoscritta alla schizofrenia, il nuovo Dpcm verrebbe compreso e ne verrebbero capite le motivazioni. Con tutto il rispetto per gli schizofrenici e per i malati psichiatrici in genere, noi non riusciamo a capire il senso di una, e dico una, delle misure contenute all’interno del decreto del presidente del consiglio dei ministri. Anzi, mi correggo, una sola sì: che la fase 3 partirà quasi sicuramente con piglio ancora più accanito della due.
Il governo conferma il coprifuoco dalle 22 alle 5 anche nei giorni festivi. Ed anzi lo proroga di due ore in occasione del Capodanno, quando il divieto di uscire dalla propria abitazione scatterà alle 22 del 31 dicembre 2020 e terminerà alle 7 del 1° gennaio 2021. Via libera, dunque a veglioni e festini vari. Tanto, se non li si può fare in locali pubblici, ci si potrà divertire ed infettare indisturbatamente in abitazioni private. Complimenti presidente Conte e complimenti a tutta la sua squadra di ministri.
Il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio 2021 sarà vietato uscire dal proprio comune di residenza. Già, perché, se ciò accadesse il 27 dicembre o il 2 di gennaio sarebbe tutto diverso. Vogliamo mettere la differenza?!
Ma non finisce qui: oltre alla raccomandazione di non riunirsi in casa se non più di sei persone, è in ogni caso fortemente raccomandato, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi. Mi trovo fuori Roma da qualche mese, esco tranquillamente e non ho mai ricevuto un controllo, figuriamoci in casa.
Il testo, che potremmo dire avere del comico, non fosse perché attenta alla salute di tutti noi, va avanti ancora a lungo ed ancora a lungo ci sarebbe da ridere. Solo una la ragione che ci spinge a non farlo: la grande confusione ed il timore che dopo Natale ci ritroveremo ben più infetti che dopo l’estate (interessi discoteche docet), ma anche qui i guadagni di hotel e piste da sci la dicono lunga.
Andiamo a dirlo a Renato (nome di fantasia), sessant’anni, che pochi giorni fa ha smesso definitivamente di respirare, cosa che faceva a fatica, solo, intubato, in ospedale, mentre aspettava un trapianto di polmone che probabilmente non sarebbe mai arrivato. Ma è Natale signori, i commercianti devono guadagnare, così come gli impianti sciistici e gli amici si devono poter divertire. In casa, ma pur sempre divertire.
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