Covid-19. Natale, proviamo a dimenticare l’orrore della pandemia
25 Dicembre 2020Covid-19. Dimentichiamo. Per un giorno proviamo a dimenticare. Tentiamo di lasciarci alle spalle un anno catastrofico, un periodo iniziato con un’epidemia che sembrava potersi risolvere in breve, come la SARS del 2002 o la cosiddetta Mucca pazza ed invece si è trasformata in pandemia in un tempo tanto veloce quanto spaventosamente vessatorio.
Cerchiamo, in questo giorno, di lasciare da parte i 18.040 nuovi casi di malati di oggi, i 505 nuovi morti, i complessivi, sinora, 21.000 deceduti in Italia e i 30.000 nel mondo, dall’inizio di questa maledizione.
Ma ce la faremo? Potremo simulare quella serenità che il Natale impone come significato religioso, che sostituisce la celebrazione pagana?
Un antico documento, il Cronografo dell’anno 354, attesta “ l’esistenza a Roma di questa festa al 25 dicembre, che corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d’inverno, “Natalis Solis Invicti”, cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell’anno, riprendeva nuovo vigore. Celebrando in questo giorno la nascita di colui che è il Sole vero, la luce del mondo, che sorge dalla notte del paganesimo, si è voluto dare un significato del tutto nuovo a una tradizione pagana molto sentita dal popolo, poiché coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni (ecco la tradizione dei doni sotto l’albero, ndr) ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini. Le strenne natalizie richiamano però più direttamente i doni dei pastori e dei re magi a Gesù Bambino. La festa del Natale si sovrappone approssimativamente alle celebrazioni per il solstizio d’inverno e alle feste dei saturnali romani (dal 17 al 23 dicembre) Inoltre già nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile), che commemorava la nascita dell’Urbe, e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del Sole (Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222) e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 274 d.C. con la data del 25 dicembre.
Il termine italiano “Natale” deriva dal latino cristiano Natāle(m), per ellissi di diem natālem Christi (“giorno di nascita di Cristo”) a sua volta dal latino natālis derivato da nātus (“nato”), participio perfetto del verbo nāsci (“nascere”)”.
Natale come nascita del Sole, dunque. Natale come doni ai meno abbienti, Natale come rinascita dopo la notte più lunga dell’anno. Proviamo a concentrarci su tutto ciò e forse riusciremo a mandare nell’oblio, per un giorno, almeno per un solo giorno, tutto l’orrore che è stato, che è e, probabilmente ancora per molto tempo sarà.
“Fa bene a momenti tornare bambini, e più che mai a Natale, ch’è una festa istituita da Dio fattosi anch’egli bambino”.
(Charles Dickens)
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