Mafia. Brusca libero, vergogna di Stato
4 Giugno 2021Mafia. Giovanni Brusca è uscito pochi giorni fa dal carcere di Rebibbia, dov’ era recluso da venticinque anni. Le reazioni sono discordanti. C’è chi dice: se una legge c’è, va rispettata; chi invece sostiene che la legge vada adeguata ai tempi. Personalmente, sono per la seconda ipotesi. Paradossalmente fu proprio Falcone a volere la legge di protezione per i pentiti, colui che scontò la pena più grave da parte dello scannacristiani, come chiamavano Brusca per la sua ferocia.
Ma, dai tempi di Falcone, sono cambiate molte cose, a partire dalla trattativa Stato-mafia. Perché Riina fu arrestato solo quando le forze di Stato lo volevano? E perché la stessa cosa avvenne con Binnu, l’altro capo di Cosa nostra, anche detto u tratturi, perché dove passava lui lasciava il deserto? E perché, ancora, Messina Denaro è ancora in libertà? Semplice: perché serve libero allo Stato.
Vergogna di Stato, oltre ad essere una verità assoluta, è una frase di Rita dalla Chiesa. Ma quando suo padre venne ucciso alla stessa maniera di Falcone e Borsellino, non c’era ancora traccia della Trattativa.
Razionalmente sarebbe anche giusta la liberazione di Giovanni Brusca, ma moralmente ed eticamente si tratta di un fatto aberrante. Gli è bastato pentirsi ed aiutare la giustizia per ottenere una pena ridicola rispetto a quella che avrebbe dovuto scontare. Ed ora, oltre alla protezione testimoni, avrà anche uno stipendio dallo Stato. Non solo ha innescato l’ordigno che ha fatto esplodere la strage di Capaci, ha bruciato nell’acido un bambino di pochi anni, colpevole solo di essere il figlio di un pentito di mafia. Non solo ha commesso circa cento omicidi. Ora sarà in libertà e guadagnerà a spese nostre. Se questa è giustizia…
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