Dramma aborto: arriva il perdono
3 Settembre 2015Poche donne, forse solo chi ci è passata, ha idea di cosa significhi maturare la decisione di interrompere una gravidanza. E sempre in poche sanno cosa significhi materialmente, come si viene trattate negli ospedali, quanto ci si sente ghettizzate e condannate da medici e infermieri che quasi ti mettono sulla fronte il bollo di assassina. Chi scrive ne ha una “vaga” idea. Mi sono approfonditamente documentata per scrivere il mio primo romanzo, “Dal suo punto di vista”, in cui la protagonista decide, per non contraddire il proprio compagno, d’interrompere una gravidanza che vuole con tutta se stessa. Sorvoliamo sul fatto, poi, che tante ragazzine facciano questo passo come niente fosse, tornando in palestra, a scuola, a ridere e scherzare con gli amici, il giorno dopo. Qui parliamo di donne, con tutto l’universo che portano dentro.
Che Papa Francesco abbia «deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono», rappresenta, a mio avviso, oltre che una svolta storica, un sollievo per ogni donna, cattolica o meno. Non parlo degli uomini, perché la gravidanza è una questione tutta femminile e, come i bambini hanno un legame viscerale con la madre, così le donne che arrivano ad interrompere una gravidanza portano a vita con sé il senso di lutto, perdita, colpa.
Finora la facoltà di perdonare l’aborto ai genitori che l’avevano commesso e ai medici e operatori sanitari che vi avevano partecipato era riservata al vescovo diocesano, che in certe occasioni ne poteva dare delega anche ai sacerdoti. Ora Bergoglio estende la facoltà di perdonare il procurato aborto a tutti i sacerdoti. «Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita – scrive il Papa nella lettera all’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, delegato dal Pontefice per l’organizzazione del Giubileo straordinario -. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita».
«Il dramma dell’aborto – prosegue Francesco – è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere». «Penso, in modo particolare – aggiunge -, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza».
Chapeau, Eccellenza. Papa Francesco sta dimostrando sempre di più di essere profondo conoscitore, oltre che delle cruciali questioni politiche del Paese, anche dell’animo umano. E direi che non è poco, per cattolici e non.
Nel deserto politico e sociale che si è creato attorno a noi italiani negli ultimi venti anni, finalmente una figura positiva, che dovrebbe essere d’esempio per molti: dalle persone comuni che si mettono in cattedra a giudicare, ai politici che non sanno dove mettere le mani su ciò per cui sono stati “eletti” ad agire.
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