Attentato Charlie Hebdo. Libertà di stampa a rischio
8 Gennaio 2015Orrore, sgomento, terrore: non è solo la Francia ad essere sotto shock, ma tutta l’Europa. L’attentato contro il giornale satirico francese, che sembra di matrice islamica, al di là della gravità oggettiva, per aver causato la morte di dodici persone, ha un significato pericolosissimo per come è stato organizzato e per il luogo che ha preso di mira. Sotto scacco, l’informazione. Giornalisti e vignettisti, insomma, uccisi solo perché facevano il proprio lavoro.
Dalle labbra dei nostri signori politici iniziano ad uscire belle parole e promesse che resteranno tali. Napolitano urla a gran voce contro l’attacco, dicendo, come se qualcuno non lo avesse capito da sé, che è mirato contro “uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà: la libertà di stampa”. Per non parlare di Renzi, che, colta al volo l’occasione per distogliere l’attenzione dalla porcheria inserita nel decreto fiscale, quel codicillo definito salva Berlusconi, che ha confessato essere partito dalla sua stessa mano, si rivolge addirittura all’Europa, dichiarando l’importanza di potenziare la lotta al terrorismo. Naturalmente, non poteva mancare, Alfano assicura massima allerta per il nostro paese. Bello, tutto perfetto, se solo fosse vero.
Rimane la realtà di quanto accaduto: un episodio terroristico senza precedenti, che addolora e spaventa. Speriamo non si tratti solo dell’inizio di una guerra contro le opinioni, contro la parola, contro la satira, contro la libertà di stampa, che è sacrosanta, è la base di una civiltà che già troppo spesso l’ha messa a dura prova.
Questa, forse, è la prova più difficile, che andrebbe superata con dignità e professionalità da parte di chi fa l’informazione e con convinzione e decisione nella risposta da parte di chi governa. Sappiamo tutti che così non sarà ed allora stiamo a vedere cosa succede.
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