Come bestie
4 Settembre 2015Le immagini parlano da sole. Sono scene che non avremmo mai voluto vedere e mai neanche immaginato di dover commentare. Immagini che ci fanno quasi vergognare di essere europei. In gabbia come bestie, peggio, anzi, di bestie feroci. Uomini, donne, bambini, ammassati uno all’altro come nelle peggiori scene della deportazione degli ebrei durante la shoah, che cercano di afferrare il cibo attraverso le sbarre dove vengono tenuti prigionieri, neanche fossero criminali della più squallida specie.
La stazione Keleti di Budapest, ora, ha riaperto le porte ai circa duemila profughi che per due giorni non hanno potuto prendere un treno per l’Austria o per la Germania, nonostante abbiano un regolare biglietto. I richiedenti asilo, in prevalenza siriani, si sono ammassati sui binari cercando disperatamente di salire sui convogli, che però non sarebbero destinati a raggiungere l’Europa centrale e settentrionale. O almeno questo è il messaggio ripetuto dagli altoparlanti della stazione.
Anche quelle, le immagini del tentativo di salire sui treni, sono incommentabili. Bambini che entrano nei treni dal finestrino, anziani e disabili che lottano per avere un posto nel vagone.
Il tutto, mentre si tiene il summit al quale partecipa il premier ungherese Viktor Orban con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, Donald Tusk e Martin Schulz. L’obiettivo è trovare una soluzione temporanea.
“Detto tra noi, il problema non è europeo, è un problema tedesco. Tutti vogliono andare in Germania. Nessuno vuole restare in Ungheria, Slovacchia o Estonia. Vogliono andare tutti in Germania”. Dice il premier ungherese Viktor Orban in attesa dell’incontro di oggi con i vertici europei.
Detto tra noi, qui non conta di chi sia il problema, se di tutta l’Europa o solo tedesco. Quel che conta è che si metta fine allo scempio che continua a consumarsi sotto gli occhi di esseri umani, ancora increduli. Quel che conta è trovare la soluzione per evitare che si perpetuino o, peggio, si ripetano, scene come quelle viste negli ultimi giorni. E, soprattutto, che si trovi una soluzione definitiva.
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