COVID-19. Un abbraccio che scaldi i cuori
16 Novembre 2020La stanza degli abbracci in un centro per anziani e un pianoforte in sala operatoria per rilassare parenti e chirurghi
Tra notizie sconfortanti, bollettini di guerra Covid che fanno intravedere un Natale sempre più nero e privo della vicinanza delle persone care, tra vergognose gaffe di governatori e tentativi di questi, ben più grottesche, di correggerle, oggi, sui quotidiani nazionali ci sono due notizie che aprono il cuore, fino a spaccarlo in due..
La prima viene dalla casa di cura Domenico Sartor a Castelfranco Veneto. Attraverso una speciale tenda di plastica anti contagio da Covid-19, le persone ricoverate all’interno della struttura possono finalmente riabbracciare i loro cari, che rimangono così separati e protetti dal rischio di contagio. “È un progetto che abbiamo pensato per superare questo delicato periodo di emergenza sanitaria” dice Elisabetta Barbato, direttrice della casa di cura. E quanto può valere un abbraccio, quanto può esser mancato a tutte le persone ricoverate in questo momento, che, per proteggere se stesse o i propri cari, hanno dovuto fare a meno di quel contatto che tanto regala, così da rompere la voce per l’emozione in chi, oggi, ha la possibilità di riprovarlo, quel contatto.
L’altra straordinaria notizia arriva dell’ospedale Salesi di Ancona, dove oggi Emiliano Toso alle 10 ha supportato lo staff medico nell’operare un doppio tumore al midollo spinale su un bambino di dieci anni. “Lo strumento è accordato in modo particolare per emettere suoni più in armonia con le nostre cellule”, dice Toso.
Si tratta di una prima mondiale: non è mai successo che un pianoforte entrasse in una sala operatoria durante un intervento.
“Si è visto che la musica aiuta a rilassare sia lo staff e che il paziente. Nella mia vita non avrei pensato di vivere un momento come questo”. Toso, biellese di 47 anni, in realtà è un biologo. “Studiavo le cellule, ero direttore di un gruppo di ricerca a Ginevra e a Torino. Ho sempre avuto la passione per la musica, ma era una cosa solo mia. Al di fuori della mia famiglia nessuno sapeva che avevo a casa un pianoforte e che componevo musica”, racconta. “All’età di 40 anni mi sono sentito trasportato verso qualcosa che poteva unire le mie due passioni: la biologia e la musica. Nemmeno pensavo che si potessero unire, poi mi sono trovato a suonare in un bosco, in una grotta, su un lago, in ospedale”. Ecco, oggi ha messo la sua musica a beneficio di un ospedale, di un bambino.
Oggi il suo sogno si è avverato. La sua musica ha abbracciato le paure del bambino e le tensioni dei chirurghi. Siamo sicuri di ciò.
È bello, a volte, leggere notizie come queste. Speriamo succeda sempre più spesso.
“C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.” (Alda Merini)
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