Covid-19. Draghi: “Nessuno è al sicuro finché non lo saremo tutti”
24 Marzo 2021Covid-19. “Nessuno è al sicuro dal Covid finché non lo saremo tutti. Le differenze tra regioni sono difficili da accettare: va seguito il piano nazionale”. Sono parole del premier Draghi, che ci fanno ipotizzare che la pantomima avvenuta ormai più di un mese fa, messa in scena da Renzi, qualcosa di buono l’abbia portata.
Il presidente del Consiglio si esprime in modo chiaro e preciso, facilmente comprensibile, come quando dice: “Lo Stato c’è e ci sarà”, ad una Bergamo in ginocchio, città simbolo della sofferenza di un intero paese. Parla in modo diretto, se pure di argomenti, graffianti e dolorosi. Parla in modo sincero, rassicurante, anche quando ammette gli errori che sono stati fatti nella campagna vaccinale. “Siamo già all’opera per compensare il ritardo di questi mesi. L’accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170 mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno”.
Che Draghi non sia un politico è di pubblico dominio. A questo punto non ci resta che sperare che non lo sia del tutto perché ciò vorrebbe dire che manterrà la parola, com’è facilmente presumibile scorrendo il suo curriculum, anche per chi non lo ha conosciuto bene nelle vesti di presidente della Bce.
Un dubbio sul suo operato di presidente del Consiglio c’è, perché pare che abbia intenzione di riaprire tutte le scuole dopo Pasqua e, per quanto dolorosa e sofferta per ragazzi e genitori, temiamo sia una misura necessaria per contenere il Covid, che continua a galoppare, spezzando ogni giorno più vite. Ma tutto questo si vedrà.
Intanto una cosa è certa: che sia il governo dei migliori davvero non ci sembra, ma un premier solido e, per quanto poco empatico, deciso, per ora pare che siamo riusciti ad averlo.
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