Covid-19. In Italia misure anti virus fanno marcia indietro. E Renzi fa le comiche con i soldi europei
16 Dicembre 2020Covid-19. Il ministro della Salute Speranza, quello degli Affari Regionali Boccia e quello dei Beni Culturali Franceschini chiedono un lockdown almeno nei giorni festivi e prefestivi; nel periodo, cioè, che va dal 24 dicembre al 6 gennaio. Ma c’è tensione anche sul fine settimana del 19 e 20 dicembre, perché i ministri sollecitano una chiusura anticipata trovando la resistenza dello stesso premier e della ministra di Italia Viva Teresa Bellanova che invece vorrebbero lasciare aperti i negozi e liberi gli spostamenti
Covid-19. Venghino, signori, venghino. I negozi devono vendere, sotto gli alberi non devono mancare pacchi e pacchetti di colori e grandezze differenti. Vogliamo scherzare?
Eppure qui da scherzare c’è ben poco. Il virus continua a dilagare ed uccidere. Il Natale potrebbe anche aspettare. “Qualche misura ulteriore” ci sarà, dice il premier Conte, ma l’ala seria del governo (a volte può capitare) vuole un Natale a tutto rosso. Peccato che sia già troppo tardi. E lo si è visto durante i giorni scorsi, quando il via libera all’apertura dei negozi ha portato assembramenti fuori luogo e soprattutto, 846 morti, solo fino a ieri.
Che senso ha, ora, chiudere tutto, come Speranza e Boccia chiedono? Nessuno. Il danno è già bello e fatto.
Conte si appella al Comitato tecnico-scientifico: che dica dove, quando e cosa bisogna chiudere. Ma gli esperti faticano a trovare una linea comune, anche perché non vogliono fare da paravento alla politica.
E poi c’è il politicante fra i politicanti, quello che un autorevole collega chiama l’“innominabile”, che specula anche su una pandemia come questa, un’epidemia che sta facendo andare a rotoli il mondo intero. “Far cadere il governo?” Dice Matteo Renzi, “non ci penso neppure. Ma ci sono 846 morti e non si può fare finta di niente. Diciamo al presidente del Consiglio: diamoci una mossa, mettiamo più soldi sulla sanità e mettiamo a frutto i soldi europei. Basta polemiche”. Bene, Matteo Renzi, quando è lei il primo a far polemiche! Ma lui lo dimostra in modo sfacciato, ripetendo che Italia Viva non è a caccia di poltrone (No! Forse di noccioline!) è pronta a lasciare quelle che ha e che quindi il tema non è il rimpasto. E se si finirà davvero con una crisi? Si va in Parlamento a cercare i numeri per una nuova maggioranza, puntualizza l’ex premier. Pur dicendo no alla crisi (cosa a cui nessuno crede), Renzi non cambia la sua posizione sui soldi che arrivano dall’Europa: “Bisogna parlare di come spenderli e non affidarli a 300 consulenti che sono spuntati dal nulla e magari sono amici degli amici”. Che strano, ci sembra che abbia una certa esperienza in materia, il piccolo fiorentino che ormai passa da un partito all’altro.
Dunque, venghino signori, venghino, se rovina deve essere, essa sia. Se in mano alla politica dobbiamo stare, così, senz’altro, sarà…
“Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?” (Sant’Agostino)
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