COVID-19. Milano, il grido di dolore dei medici costretti a decidere chi salvare: “Le carenze erano note, ora ci troviamo a fare scelte sull’accesso alle cure”
20 Novembre 2020COVID-19. Esiste un qualcosa di più sgradevole ed eticamente complicato per un medico che veder morire un paziente sotto le proprie mani? La risposta è sì ed è quanto si sta verificando di continuo al San Carlo e al San Paolo di Milano, dove il limitato numero di personale medico costringe chi c’è a scegliere chi deve o meno avere accesso alle cure.
Il tutto viene fuori da una lettera firmata da una cinquantina di medici degli ospedali travolti dal Covid, inviata all’attenzione della direzione sanitaria.
Parliamo di ospedali con 350 pazienti, pronti soccorso presi d’assalto, persone sofferenti collocate sulle barelle in sala d’attesa, trasformate in sala visita. Le assunzioni di nuovo personale non sono sufficienti, quello che c’è si vede costretto a fare scelte “eticamente e moralmente intollerabili”.
Mentre il presidente della Lombardia dà per raggiunto il “picco”, parla di un Natale pieno di doni, dà quasi per scontata la discesa del numero di malati e chiede che la Regione rientri prima possibile in zona arancione, siamo costretti ad ascoltare questo grido d’aiuto, che rappresenta forse il momento più nero dell’intera pandemia.
La spiegazione più plausibile, dicono gli esperti, è che nel momento dell’emergenza vera e propria, marzo scorso, c’era la possibilità di reclutare medici e infermieri da più parti d’Italia, perché la malattia era circoscritta ad alcune zone. Oggi, purtroppo, i medici servono in tutto lo Stivale, dal momento che il virus si è esteso a macchia d’olio.
Tutte cose che le direzioni degli ospedali di Milano sapevano e nulla hanno fatto per evitare la situazione di oggi. Agghiacciante. Raccapricciante. Eticamente ed umanamente insostenibile per i medici. Vedremo cosa seguirà al loro doloroso grido d’aiuto.
“Apprensione, incertezza, attesa, aspettative, paura delle novità, fanno a un paziente più male di ogni novità” (Florence Nightingal)
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