Covid-19. Morti in carcere. La partita a tennis di editoriali tra travaglio, Saviano, Manconi e Veronesi
2 Dicembre 2020Covid-19. Roberto Saviano parla di una “strage” di condannati a morte nelle caceri. “Il nostro digiuno per la salute dietro le sbarre. Se il virus dilaga è un rischio per tutti
Covid-19. Le richieste avanzate: stop all’esecuzione delle sentenze, libertà anticipata e domiciliari”. È così che Saviano, Manconi e Veronesi protestano contro il dilagare del Covid-19 nelle carceri.
Sono tre o quattro giorni che, sui giornali, si assiste a una sorta di partita a tennis, dove, al posto della palla, c’è un editoriale. Oltre a quelli sopra citati, con la sua solita prosopopea, nonostante la stima che nutro per lui come collega ed editorialista, sovrasta tutti Marco Travaglio. “I dati dimostrano che il vostro assunto di partenza è falso” (di Saviano, Manconi e Veronesi, ndr).
Ma in base a quali dati stabilisci con tanta e tale certezza quelli che a noi risultano essere tutt’altro che falsi? Tu, che sei sempre informato all’ennesima potenza, quale banca dati hai consultato, per asserire con tale convinzione che quanto affermano Saviano, Marconi e Veronesi è falso.
Abbiamo tentato d’informarci al riguardo e i dati sono ben diversi da quelli che tu, caro collega, asserisci con fermezza.
Il 7 novembre il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale riferiva che i contagi nelle carceri italiane avevano superato le 400 unità tra i detenuti mentre il numero di contagi tra il personale era ancora più alto. Tre giorni dopo notizie di fonte sindacale parlano di 537 positivi tra detenuti e 728 tra gli operatori. La seconda ondata di contagi da coronavirus che sta mettendo in crisi il Paese è dunque entrata fragorosamente in carcere con numeri da subito superiori a quelli registrati qualche mese fa. Il 30 ottobre 2020, prima dunque che le misure previste dal Governo nel decreto “Ristori” potessero dispiegare alcun effetto, in carcere c’erano 54.868 persone, 600 in più di fine settembre, 1.200 in più di fine luglio. La popolazione detenuta è dunque cresciuta in questi mesi, come se questa seconda ondata non fosse attesa, riducendo al lumicino gli spazi a disposizione per l’isolamento dei nuovi arrivati e dei positivi. Non sono dunque i singoli istituti a trovarsi impreparati, ma lo è forse il sistema nel suo complesso, e la politica che lo dovrebbe governare, che ha lasciato che si creassero queste condizioni. E la responsabilità non è solo della politica.
Al collega Travaglio, riportiamo un comunicato che parla chiaro e neanche troppo: Come Comitato per la verità e la giustizia su queste morti in carcere – espressione di diversi mondi della società civile, dell’associazionismo, del diritto, della cultura – chiediamo con urgenza al Ministro della Giustizia Bonafede e ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di fornire al più presto informazioni e risposte esaustive e circostanziate:
– sulle cause di morte accertate per ognuna delle 13 persone decedute. Dopo tre settimane da fatti così eclatanti i risultati delle autopsie dovrebbero essere noti e disponibili;
– nel caso delle morti dovute all’assunzione di farmaci, informazioni dettagliate sui farmaci assunti e sulle modalità della loro appropriata custodia;
– quante morti siano avvenute nei luoghi della protesta e quante durante o a seguito delle traduzioni ad altro carcere dopo le proteste, dettagliando vittime, luoghi, circostanze e tempistica;
– se prima del trasferimento ad altro carcere i detenuti siano stati sottoposti a visita medica, anche considerando l’avvenuta sottrazione di farmaci dall’infermeria; se lo stesso sia avvenuto a destinazione raggiunta e quale sia la certificazione nel merito;
– se, nel caso delle morti correlate all’uso di farmaci, il personale penitenziario fosse formato al riconoscimento e al soccorso in caso di overdose e se vi fosse disponibilità, accesso e formazione all’uso dei farmaci salvavita.
Chiediamo al Ministro della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di fare immediata e pubblica chiarezza; alle forze politiche e ai Parlamentari di esigere e di adoperarsi per un aggiornamento dettagliato sui fatti; ai media di presidiare l’informazione e la comunicazione su questa inammissibile tragedia.
Noi chiediamo al collega Travaglio se ritenga davvero che i morti in carcere per Covid-19 siano davvero solo 13. Noi crediamo siano ben di più. Forse proprio 53.720, come dice Saviano.
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