Cracker, tonno e umiliazione indelebile
9 Aprile 2019Un pacchetto di cracker ed una scatoletta di tonno: questo è stata costretta a mangiare una bambina delle scuole elementari di Minerbe, in provincia di Verona, insieme con i suoi compagni che consumavano pasto regolare. Motivo? I genitori, di origine straniera, non erano in regola con il pagamento dei buoni pasto.
Ed ecco che gestori della mensa e Comune (leghista) trovano questa “fantastica” soluzione al “problema”. Quasi superfluo parlare della reazione della piccola, la quale si è sciolta in lacrime per l’umiliazione.
La segreteria provinciale del Partito Democratico ha denunciato l’accaduto parlando di “scelta discriminatoria”. Solidarietà è scattata da più parti, al punto che il calciatore dell’Inter Candreva ha annunciato al sindaco l’intenzione di pagare la retta della mensa per la bimba.
Ma, mi chiedo e vi chiedo, chi cancellerà le conseguenze psicologiche che una creatura in età così delicata riporterà a seguito di un episodio così sgradevole? Per usare un eufemismo. Già, perché si può asserire senza ombra di dubbio che si sia trattato di un gestaccio, una sorta di punizione, al di là di quali fossero le intenzioni, nei confronti di un esserino indifeso che non ha colpe.
Non voglio entrare nel merito di questioni quali razzismo o discriminazione, che pure in questo paese stanno diventando problema sempre più serio e di gravissima entità; ma qui si tratta di mancanza di morale, di etica, di umanità, di qualsivoglia, anche vaga ombra di buon senso.
C’è un motivo se in molti, compresa la sottoscritta, pensano che valga la pena vivere per due categorie: animali e bambini. Questi signori non signori del Veronese ce lo hanno ricordato, lo hanno scritto sulla pietra, indelebile. Così come indelebile sarà l’umiliazione che questa bimba si porterà dietro a vita.
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