Crisi di governo. Draghi al Quirinale, la Borsa vola. E Renzi esulta
3 Febbraio 2021E Draghi fu. Perché, se un governo politico avrebbe scatenato l’ira funesta e l’invidia di mister distruttore, che sarebbe stato insoddisfatto del numero dei ministeri, allora la parte pseudo responsabile di questa pseudo classe politica ha ben pensato di uscire dalla crisi più assurda d’Italia e del mondo appellandosi ad un nome autorevole. Draghi ha già fatto schizzare la Borsa di Milano ed abbassare lo spread.
Ma non era certo quello di mettere a posto le finanze del Paese, il fine del piccolo fiorentino . L’intento del distruttore del semiequilibrio politico di questo paese, era quello, cosa che abbiamo detto subito, di tornare in auge, di riprendersi il potere che ebbe ai tempi del premierato, accaparrandosi possibilmente il numero maggiore di ministeri.
“Si vede che Conte non è un politico – dice infatti ai suoi, tronfio del fallimento di Conte e di Fico – perché ha giocato male la partita sin dall’inizio, ha tentato la prova di forza senza avere la certezza di poterla vincere” .
“Non è vero – scrive oggi Travaglio sul Fatto Quotidiano – che l’esplorazione di Fico sia stata totalmente inutile. Non ci ha ridato un governo, ma almeno ha spiegato fino in fondo a chi ancora avesse dubbi cosa c’era dietro la crisi… Al netto dell’invidia per la popolarità di Conte,… ci sono l’inestinguibile bulimia di potere… e la congenita allergia per una giustizia efficiente e uguale per tutti”.
Tutto sacrosanto. E da noi più volte scritto.
Ma ora? Con Draghi al Quirinale? Vogliamo continuare a far volare la Borsa, tenendoci il ladroneggio di poltrone del piccolo fiorentino, con Bossi annessa?
Forse è meglio tornare a optare per un governo politico. Già, perché, oltre al fatto che un maggior potere al signor 2% rappresenterebbe la totale distruzione della già fragile politica del Paese, riteniamo che la banda Bassotti Renzi-Boschi & co. abbia già arraffato abbastanza.
D’altronde, dice Niccolò Machiavelli “Gli uomini dimenticano piuttosto la morte del padre che la perdita del patrimonio”.
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