Crisi di governo. Prodi: Renzi? Solo interessi personali. Fondi europei? stiamo rischiando di perderli
23 Dicembre 2020“Credo che nessuno voglia il voto. Vedo solo la somma di interessi e malesseri personali ”. Parola di Romano Prodi, già premier, già fondatore dell’Ulivo, già presidente della Commissione europea, uno dei pochi veri, recenti, politici, che, pulito o meno, la politica la sa fare e ne sa parlare.
Oggi, rispondendo a Massimo Franco, sul Corriere della Sera, tenta di analizzare la situazione imbarazzante che si è venuta a creare, tra un Conte pressato da più parti ed un Renzi che, dice sornione il bolognese, non sta abbastanza attento alle curve e alle discese.
Il Fondo per la ripresa europeo è “ancora una grande opportunità. Siamo in tempo. Ma ogni giorno perso fa avvicinare il rischio che, senza idee e strategie precise, gli aiuti si trasformino da premesse di cambiamento strutturale in debito: per questa e per le nuove generazioni. Non vedo ancora idee chiare su come saranno spesi”. Una gran confusione, insomma, la stessa impressione che abbiamo noi.
“Ho qui davanti i documenti del governo – continua Prodi – e mi spiace dire che non vedo ancora questa capacità. Scorro tabelle con indicazioni generali, e riforme descritte in modo altrettanto generale”. Siamo alle solite, insomma. Che sia Renzi, Conte o i vari minisrticchi 5 Stelle, l’incapacità regna sovrana, mettendo a rischio un paese che già in pericolo è, di brutto. E sappiamo bene il motivo.
“Il Mes è un prestito con interessi a tasso zero – risponde Prodi, sulla domanda specifica – e quindi ci aiuta. Rifiutarlo è uno sbaglio, che nasce dall’ideologia dei Cinque Stelle. È terribile quando l’ideologia si fa teologia ed entra, come tale, nelle scelte della politica. Imprigiona nel passato e inibisce uno sguardo sul futuro”. Strano, professore, se lo sbaglio deriva da ministri che forse di politica non hanno mai letto neanche un manuale. Per non parlare di chi, come Renzi, che sicuramente non può esser tacciato d’ignoranza, non riesce proprio a stare da parte, malato, com’è, di protagonismo.
Ed infatti “I sondaggi – dice Prodi – parlano di una forte riduzione dei consensi al M5S, e di decine di parlamentari usciti e in attesa di schierarsi altrove. Dunque, politicamente il populismo è in crisi. Ma nel pensiero del Paese ce n’è ancora tanto. Si salda alla protesta sul Covid e alimenta una cultura anti istituzionale senza senso. Abbiamo commesso errori, ci sono ritardi, alcune misure sono buffe, a essere indulgenti”. Ci perdoni, però, professore, l’alimentarsi della cultura anti istituzionale ed apolitica, in un momento come questo, è quanto meno giustificata.
“Ma ragazzi – risponde Prodi alla domanda se l’Italia sia alla ricerca di un’altra classe dirigente – questo è un Paese in decadenza. La forza dell’Italia nelle istituzioni internazionali, nel Mediterraneo, in Libia e Libano, nella politica estera è diminuita. Vendiamo sempre più le nostre imprese agli stranieri. O si recupera visione etica e politica, o si continua ad andare giù”.
Già, professore, l’impressione è sempre più questa, che si continui ad andare giu. Ed ancora di più ciò accadrà se il piccolo fiorentino tenterà di tornare in auge sfruttando morti e malati e se i ministri, o cosiddetti tali, tenteranno di affrontare una pandemia, poveri loro, senza la benché minima competenza politica.
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