Crisi di governo: Renzi vuole fare la festa a Conte. Ed all’Italia
20 Dicembre 2020Covid-19. Sarà il 6 o il 7 gennaio la data della probabile crisi di governo, successiva ad un Dpcm che il piccolo fiorentino non ha gradito e, soprattutto, intende strumentalizzare per riprendere le redini di una politica che gli sta sfuggendo
Covid-19. Per Conte è un tranquillo week end di paura. “L’ho capito benissimo che rischiamo – dice il premier – Io farò di tutto per cercare una strada che eviti la crisi e per scongiurare le insidie di Renzi…”.
Bisogna vedere se ci riesce, Conte, a combattere i bassi tentativi di Renzi, quelli che mirano a farlo tornare in alto ad una politica che quasi lo ha dimenticato, approfittando del fatto che il decretone delle feste contro il Covid pecca in più punti. E non poco.
E allora un fatto è che il nuovo Dpcm è manchevole, confuso e rischia, per non dire che sicuramente farà espandere il virus. Altro fatto certo è che Renzi, alla sua personalissima maniera, sta tentando di tornare a galla sfruttando proprio le pecche di un decreto che di pecche è strapieno.
Labate, dunque, sostiene che “stando alla lettura più drammatica arrivata all’orecchio del presidente del Consiglio, l’aspettativa di vita residua dell’esecutivo potrebbe variare tra i diciassette e i diciotto giorni. Il sismografo di Palazzo dice che Conte tatticamente non cede sulla delega ai Servizi e temporeggia sull’accelerazione del Recovery plan da portare con un blitz in Consiglio dei ministri, opzione preferita dal Pd. Ma potrebbe non bastare, tanto è vero che uno dei componenti solitamente più prudenti della squadra di governo ha spiegato che «se Renzi ha deciso di staccare la spina, si muoverà a prescindere dal cambio dei piani sul Recovery plan»”. Della serie: Renzi onnipotente.
Ma, caro collega Labate, per quanto vero sia che il Dpcm natalizio pecca e pecca di molto, altrettanto vero è che il piccolo fiorentino, che per te e per molti purtroppo, rappresenta una specie di fenomeno politico, tale non è. E ne ha dato dimostrazione più e più volte, in varie e numerose occasioni.
Ma Labate non si ferma qui. “Conte – scrive – ha davanti oscuri presagi da cui potrebbe venir fuori un rimpasto (che ora non esclude più) o un Conte ter, sempre che il perimetro della maggioranza — con crisi aperta e subito chiusa a seguito di un cambio negli assetti dell’esecutivo — rimanga lo stesso, col peso specifico di Italia viva che a quel punto sarebbe accresciuto rispetto a oggi”. Ti piacerebbe, collega Labate e piacerebbe a chi ancora, non si sa in base a quale assurdo criterio, ha fiducia nel piccolo fiorentino politico, che di politico ha solo l’ineguagliabile capacità di raccontar fandonie…
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