Dario Fo. Muore un genio, ma il suo spirito vive
13 Ottobre 2016Dario Fo si è spento all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da circa due settimane. Grillo: “Sarai sempre con noi”. Renzi: “L’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese”. I parlamentari M5s: “Compagno di viaggio e punto di riferimento del Movimento”
Una perdita incolmabile per il nostro paese e per il mondo culturale tutto. Dario Fo ha lasciato questa terra all’età biologica di 90 anni, ma la sua mente era molto più giovane di tanti trentenni e ventenni di oggi.
Premio Nobel per la letteratura, artista a 360 gradi, che, come tutti i geni, aveva una sensibilità tale, da aver organizzato, ultimamente, una mostra-evento per raccontare l’arte differente e la bellezza nascosta che non trova spazio nei consueti canali espositivi, con l’apporto del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL-Bologna.
Gravissima perdita per l’umanità, non è eccessivo sostenere. Uomo di intelletto eccelso, uomo libero, genio come pochi al mondo.
Scrittore, attore e regista, dal 2013 aveva deciso di sostenere il Movimento 5 stelle e il progetto dell’amico Beppe Grillo. In occasione dell’ultimo raduno grillino a Palermo aveva inviato un videomessaggio proiettato sul palco durante la manifestazione in cui aveva interpretato un articolo della giornalista del Fatto Quotidiano, Silvia Truzzi “Italicum, un governo da operetta“.
A ricordarlo sul blog di Grillo, il leader del M5s: “Sarai sempre con noi, Dario”. E ha poi Grill ha intelligentemente riportato un pezzo del discorso che Fo fece dal palco di piazza Duomo, il 19 febbraio 2013, poco prima delle elezioni politiche.
“Mi sembra”, disse Fo, “di essere tornato indietro di molti anni, alla fine della guerra, l’ultima guerra mondiale. Ci fu una festa come questa e c’era tanta gente come siete voi: felici, pieni di gioia e, non dico speranza, la speranza lasciamola a parte, ma di certezza che si sarebbe rovesciato tutto e non ci siamo riusciti. Fatelo voi per favore, fatelo voi! Ribaltate tutto per favore. Io mi ricordo che in quell’occasione c’erano quattro contadini che sono arrivati qua con altri contadini e portavano sei piante. E le hanno piantate una qua, una là una là, una là… Le piante erano il segno del ‘si ricomincia’. Vorrei che anche questa sera ci fossero quelle piante per dire ‘si ricomincia da capo’”.
L’amarezza è che le piante per dirlo, attualmente, tendono ad appassire. Lo sconforto è che ciò che Dario Fo disse quella sera è vero, com’è vero che il sole sorge ogni giorno per poi tramontare.
Il momento politico è di una gravità forse mai conosciuta in precedenza ed avremmo voluto che un cervello come quello di Dario Fo si spegnesse con minor preoccupazioni per le generazioni future.
Ora, a maggior ragione per rispetto nei confronti di un intellettuale come lui, bisogna che ce la si metta tutta. Quelle piante di cui lui parlava, vanno rinvigorite o ripiantate e chissà che non stia per succedere.
Quanto al fermento culturale, questo paese ne è pullulante. L’augurio è che i collaboratori di Dario Fo mandino avanti quelli che erano i suoi progetto per far venire alla luce talenti che attualmente vivono ed operano al buio.
Da parte nostra, buon viaggio, Dario, ci mancherai, ma il tuo spirito resterà vivo in noi e in tutti.
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