Depressione, se non ci passi non la conosci
14 Dicembre 2015Depressione: il senso d’incapacità a reagire da soli ci frustra ulteriormente e non c’è niente di peggio di chi ti dice dai, tirati su, non c’è niente che non vada. C’è, eccome, qualcosa che non va, quando si ha un attacco di depressione. Ho letto con interesse e notato che può essere utile a molte persone, l’articolo di (, pubblicato sul suo blog. Flexman non è uno psichiatra, né uno psicologo. E un musicista e scrittore, che, purtroppo per lui, a quanto pare, conosce bene la depressione. Lo riporto per intero, perché credo valga la pena leggerlo.
La depressione non è una malattia mentale
È fisica.
Ho deciso di diffondere questo breve articolo perché mi irritano i tantissimi luoghi comuni e pregiudizi riguardanti la depressione, cos’è e chi colpisce. Voglio iniziare da una semplice domanda.
Qual è la differenza tra la depressione e un’intossicazione alimentare?
Ve lo dirò.
Con un’intossicazione puoi chiedere un giorno di malattia al lavoro e il tuo capo ti concederà uno o due giorni senza fare domande. Avete mai provato a fare lo stesso con la depressione? Scommetto che la maggior parte di voi non lo ha fatto, soprattutto perché sai già che il tuo capo non ti crederà, figuriamoci se potrà acconsentire. Così t’inventi una malattia “vera”, qualcosa che tutti possano riconoscere.
Vogliamo parlare di quando i tuoi amici ti chiedono come stai? Con l’intossicazione alimentare puoi dire apertamente cosa non va ed avrai la loro compresione. Dì loro che ti senti a pezzi (depressione ndr) e probabilmente riceverai un “Beh, su con la vita. Non può essere tanto grave”.
A questo punto immagini di tirargli un punto in faccia.
I media fanno il loro meglio per descrivere ogni forma di malattia mentale sotto una luce positiva. Spiegano che la depressione, l’ansia, la dipendenza e qualsiasi cosa collegata a questi tre disturbi sono ora malattie “legittime” che meritano lo stesso rispetto e la stessa attenzione di un male fisico.
Il cervello è una parte estremamente importante del corpo.
Se continuiamo a trattare una malattia della testa come qualcosa di diverso dal resto del corpo, non avrà mai lo stesso livello di attenzione concesso agli altri disturbi.
A meno che non l’abbiate provato, non potrete mai capire davvero.
Quanti di voi hanno una coda? Sapete, come una scimmia. Se non l’avete (spero sia così per tutti) potete immaginare cosa vuol dire afferrare un ramo o dondolarsi avanti e indietro? Impossibile, vero?
Non abbiamo una coda, quindi la cosa non sorprende.
La depressione è simile. Se è qualcosa che non hai mai vissuto puoi sforzarti di capire quanto vuoi, ma non saprai mai come ci si sente.
Hai avuto una brutta giornata? No, quella non è depressione.
Sei giù perché quella ragazza ( o quel ragazzo) ha appena respinto le tue avances? No, neanche quella è depressione. Sei stato di cattivo umore per una settimana perché la tua squadra ha perso la finale? No, non si tratta di depressione.
Non è semplicemente un cambiamento d’umore dovuto ad un banale evento della vita. Se il tuo intero mondo sta lentamente cambiando a causa di quello che succede nella tua mente, allora potresti essere depresso. Se questi pensieri restano lì fissi per diverse settimane o mesi, potresti essere depresso.
C’è una grande differenza tra sentirsi un po’ giù e soffrire di depressione. E qui passo al punto successivo.
Non puoi semplicemente “Reagire” o “Tirarti su”.
La depressione è come tentare di correre nell’acqua, mentre qualcuno ti dice di farlo come se ti trovassi sulla terra ferma. È impossibile. Puoi stringere i denti e tentare di darti uno slancio ma, alla fine, la densità dell’acqua ti impedirà di muoverti velocemente.
Quando la depressione ti tiene stretto, la vita diventa come acqua. L’aria intorno a te diventa acqua, ti spinge con il suo volume e anche il compito più semplice diventa difficile. Ti senti apatico, sia mentalmente che fisicamente e niente riesce a scuoterti.
Sei intrappolato nella tua stessa prigione e il vero accesso alla tua mente si nasconde dietro quella porta chiusa. A volte ti è permesso uscire per sgranchirti le gambe, ma sai che è solo temporaneo. Alla fine devi tornare in cella e aspettare pazientemente il momento in cui ti sarà data l’opportunità di comportarti come un qualsiasi membro della società.
Non hai scelta. Tutto quello che puoi fare è approfittare delle giornate positive e cercare di minimizzare l’effetto di quelle negative.
Ecco cosa voglio che facciate.
Se non avete mai provato alcuna forma di depressione, ansia o dipendenza, condividete questo articolo sui social. La nostra vita sarà meno stressante e un po’ più semplice se le persone avranno una maggiore comprensione del problema.
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