Depressione, le due strategie per vincerla
5 Febbraio 2017Questo sito è rimasto zitto, immobile per quattro giorni. E certo non perché mancassero gli argomenti da commentare, anzi…
Questo sito è rimasto senza vita per giorni, come colei che lo cura, che se ne occupa come fosse un bambino da accudire e crescere.
Il mostro (è così che chiamo la depressione) si è presentata, questa volta, in modo più discreto del solito. È anche questo che rende tale malattia differente dalle altre: la sintomatologia sempre diversa e la tendenza, da parte di chi ne soffre, a sottovalutarne i segnali, perché ammettere di ricadere è sempre una sconfitta peggiore delle precedenti.
Semplicemente, durante la mia solita passeggiata mattutina, non provavo interesse per niente ed avevo un’incontenibile desiderio di tornare a casa. Poi mi sono messa al lavoro, come sempre, ma non capivo quello che leggevo. La forma delle varie lettere restava lì, fine a se stessa: l’eleganza della L, l’infinita continuità della O, la particolare e, in qualche modo, sinuosa D non dicevano nulla. Puff… Improvvisamente private del loro sconfinato significato. E poi, improvvisa come una tempesta ad agosto, ma puntuale come un orologio svizzero, la tentazione di andare a nascondermi dalla vita: avessi un buco scavato nel pavimento in casa, è lì che andrei, tutte le volte.
Ciò che più mi fa rabbia è che tra 50, forse 100 anni, esisterà una pilloletta che blocchi anche crisi come quelle che, fortunatamente in modo sempre più sporadico, colpiscono chi, come me, si cura, farmacologicamente e con la psicoterapia settimanale.
Scrivo tutto questo solo per dare coraggio a chi ha a che fare con il mostro, perché ci si sente soli, abbandonati dal mondo e senza via di scampo. Così non è. La pazienza è fondamentale, perché, alla fine, in un modo o nell’altro, le crisi passano ed ogni volta è una vittoria.
Spesso dico e voglio ripeterlo in questa sede, che, non fosse per il mio psicoterapeuta e per la mia forza sovrumana, ora non sarei più su questa terra. Magari starei anche meglio, ma avrei perso contro il mostro, contro il quale, invece, continuo a vincere.
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