Dylan Nobel Letteratura. Segno che si legge sempre meno
14 Ottobre 2016Premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan «La sua canzone è poesia». L’Accademia di Stoccolma ha riconosciuto valore letterario universale ai testi composti dal musicista americano per oltre mezzo secolo. Ogni canzone è una risposta epocale
Nobel per la Letteratura a Bob Dylan. Non sono solo canzonette, non le sue, sicuramente. Nessuno può dubitare dell’alto contenuto e dell’ impegno politico, civile e sociale dei testi dell’artista. Probabilmente è vero che, come hanno motivato all’Accademia di Stoccolma, ogni sua canzone è poesia.
A modestissimo parere di chi scrive, però, la Letteratura è ben altra cosa. Quando fu assegnato il Nobel ad Alice Munro, mi sorpresi per il fatto di averla scoperta ed apprezzata da poco. Mi dissi, quasi entusiasta: ah, però, sono una talent scout nata. Poi, in realtà, andai ad approfondire l’argomento e mi resi conto che, anche in quel caso, c’era qualcosa che non tornava. Perché lei, ad esempio e non Philip Roth.
Oggi, ancora di più, me lo chiedo: perché Dylan e non Roth, oltre che scrittore supremo, pensatore eccelso, con una produzione vastissima e mai una caduta di stile, di tono, di genio, che supera i confini degli Stati Uniti ed è paragonabile, forse unico scrittore vivente, a giganti della Letteratura quali i classici russi, ad esempio.
Una spiegazione non arriverà mai, immagino. Certo è che Letteratura e testi musicali sono cose ben diverse l’una dall’altra. E, sempre sommessamente, chi scrive, deve ammettere di aver tentato di fare entrambe le cose. Ho scritto dei libri e, quando ero giovanissima, testi di canzoni.
Sono mondi diversi, totalmente e nettamente. So che in tanti non saranno d’accordo con ciò che scrivo, ma il nobel per la Letteratura, se pure ad un grandissimo ed impegnato cantautore come Bob Dylan, non mi convince. Trovo sia fuori luogo ed anzi offende e vanifica le fatiche letterarie dei vari scrittori contemporanei degni di ricevere un riconoscimento come questo. Ma così è, nel mondo di oggi, dove, d’altra parte, si legge sempre meno.
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