Elezioni. Stravince Meloni, chi perde è l’Italia. Ecco perché
29 Settembre 2022Elezioni. Ѐ stata una vittoria schiacciante, quella del centrodestra, in un 25 settembre che sarà ricordato per sempre nella storia d’Italia. Una brutta pagina di storia e non, sia ben chiaro, perché ha visto sempre più tangibile l’elezione di una premier donna, ma per ciò che questa signora rappresenta.
La pericolosità di Giorgia Meloni è radicata nelle sue origini e nella deriva filo fascista che la sua politica non ha mai rinnegato.
La stampa internazionale ha già urlato all’allarme: il New York Times parla di un’Italia che ha dimenticato il suo passato; “Il partito post-fascista di Giorgia Meloni in testa”, scrive l’agenzia France Presse. Ma non basta, tra i media internazionali c’è anche chi evoca l’eventuale “governo più a destra dai tempi di Mussolini”. Per la serie: tra i vari mali, gli italiani hanno optato per il maggiore. E già, perché, a dirla tutta, alternative valide alla Meloni proprio non ce n’erano. Ѐ anche vero, però, che la vittoria di qualunque altro partito e il paventarsi di chiunque altro come premier avrebbe rappresentato un’alternativa meno pericolosa.
Purtroppo, però, così è, se vi pare. Gli italiani si sono buttati quasi in massa a votare Meloni, verosimilmente perché rappresenta uno stacco netto con la politica fallimentare degli ultimi decenni o forse spinti da una campagna elettorale ineccepibile, questo bisogna ammetterlo, in cui si è parlato soprattutto di riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, così come d’innalzamento delle pensioni minime, sociali e d’invalidità. Peccato solo che nel programma di Giorgia Meloni non ci sia una parola, dicasi una, sulla provenienza dei fondi da destinare a tali misure. La bacchetta magica, insomma, la signora bionda filo fascista, ancora non la possiede. Detiene, invece, il primato nello sparare a zero contro diritti che ritenevamo ormai indiscutibilmente acquisiti: dall’aborto all’uguaglianza di genere.
Anziché andare avanti, dunque, l’Italia rischia di tornare indietro di qualche decennio e, se pensiamo addirittura che non sia questo il pericolo maggiore, ci rendiamo conto di quanto il Paese rischi grosso.
E chiudo con una frase di Sandro Pertini, perfettamente calzante con la situazione in cui ci troveremo quando la signora bionda post fascista entrerà nel pieno del suo ruolo di premier: “Ѐ meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”.
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