Fedez e la verità che tv e politica non vogliono sentire
4 Maggio 2021Esiste al mondo un paese democratico dove un rapper influencer non possa esprimere sacrosante verità senza far esplodere un caso mediatico politico? La risposta è, purtroppo, pronta. E questo paese è il nostro.
Fedez non è un partito politico, è una potenza seguita da migliaia di persone, che non ha bisogno di sottostare alle regole della tv di Stato e, tanto meno, alle semi serie affermazioni di una classe politica che si fa sempre meno credibile.
Fedez può, e ringraziamo il fatto che l’abbia fatto, parlare in difesa di gay, trasgender e di tutti quei soggetti socialmente scomodi che la politica, come fossimo negli anni 20, tenta ancora di emarginare.
Una delle accuse che circola contro di lui è che difende ad alta voce il ddl Zan contro le discriminazioni, che cammina a rilento; la giustificazione di parte dei pagliacci dei nostri politici è che ci sono priorità da rispettare, tra cui ridare il vitalizio a Formigoni. Vogliamo mettere? Dare migliaia di euro a un delinquente? Cosa è mai al confronto una legge sulla omotransfobia?
Naturalmente il primo ad attaccare il discorso di Fedez al concerto del primo maggio è stato il pagliaccio tra i pagliacci, alias Matteo Salvini, che poi, però, vedendo il tiro che il fenomeno stava prendendo, ha proposto al rapper un caffè di “pace”. Cosa che hanno fatto anche dalle file del Pd, per non dire della rivoluzione che è scoppiata in commissione di vigilanza Rai.
Ma Fedez non ha bisogno di piegarsi ai “poteri forti”, perché lui e la moglie Chiara Ferragni sono ben lontani dalla politica; loro, se vogliono, la politica la fanno senza sporcarsi le mani, perché hanno dato ampiamente dimostrazione d’intelligenza e di impegno sociale, perché non sono un partito. I Ferragnez sono semplicemente una potenza. Ed anche in espansione.
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