Francesco, il Papa con la P maiuscola
20 Agosto 2015Nell’attuale quadro storico politico ed economico, che definire disastroso sarebbe riduttivo, qualcosa che si salva c’è. Qualcuno, anzi. E non una persona qualunque. Il rappresentante di Cristo in terra, per i credenti e, per tutti, il capo della chiesa cattolica. Papa Francesco non ha paura di andare avanti, di far sì che il cattolicesimo si adegui ai tempi odierni. Non solo, non teme neanche di mettere bocca, e lo fa a voce alta, sui temi politici più importanti. Nell’enciclica “Laudato si”, denuncia uno degli scandali tutti italiani dicendo espressamente che “Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”.
Ma non si è fermato qui, il nostro Papa con la P maiuscola. Apre ai divorziati, agli omosessuali, non si intimorisce di fronte al tema della disoccupazione, che, anzi, affronta di petto. Il “lavoro è sacro” ed “esprime la dignità della persona umana, dell’essere creata simile a Dio”. Anche per questo “creare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale”. Dopo averne parlato nel corso della sua visita pastorale aTorino, davanti a Marchionne, Papa Francesco, nel corso dell’udienza generale del mercoledì, è tornato sul tema. Un argomento che è stato anche al centro della sua catechesi di due settimane fa nell’aula Paolo VI, dove ha elogiato “il tempo del riposo”, sottolineando che “l’ossessione del profitto economico e l’efficientismo della tecnica mettono a rischio i ritmi umani della vita”.
Ma non finisce qui. “Sconfessare i politici corrotti. Denunciare le ingiustizie”: questo, l’ordine impartito da Papa Francesco, il 18 maggio scorso, all’apertura dell’assemblea generale della Cei. Parola di Monsignor Gianfranco Todisco, il vescovo di Melfi, Rapolla e Venosa, che ha scritto una lettera a Marchionne, sottolineando l’importanza del riposo domenicale dei lavoratori. Evidentemente le parole di Papa Francesco non vanno a finire disperse nell’etere, anzi, dopo quelle raccomandazioni, sono arrivate le difese dei migranti da parte di monsignor Nunzio Galantino e poi quelle sul lavoro, da parte del vescovo Muser e poi del sopra citato Todisco.
Ce ne fossero di politici come lui. Ma i politici, invece, sono in qualche misura disturbati da un Papa così ingombrante che sottolinea come continuino ad accumulare fallimenti, uno sull’altro, fallimenti non solo politici, ma anche sociali.
Il dato, però, incredibilmente positivo, è che un Papa, dopo decenni, prenda posizioni nette, chiare, con toni in cui s’intravede il rimprovero per una politica internazionale miope nei confronti dei reali problemi.
Per coloro che credono, Papa Francesco è davvero la rappresentazione di Cristo in terra e per chi, invece, non ha il dono della fede, ritengo rappresenti comunque la giustizia, la sapienza, il rispetto per i valori su cui si basa la società. Papa Francesco è, insomma, l’incarnazione di tutto ciò in cui le persone per bene, al di là della fede cattolica, continuano a credere.
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