Giubileo: sì o no?
21 Novembre 2015Giubileo della Misericordia: non si sente quasi parlare d’altro, oltre, ovvio, che di terrorismo, da parte di politici, giornalistici, sociologi, pensatori. Ognuno è pronto a dire la sua su un argomento di tutt’altro che facile conversazione e su cui nessuno può dire se Papa Bergoglio stia sbagliando, o facendo la cosa giusta.
Un fatto è certo: il terrorismo, lo dice la parola stessa, è la strategia del terrore, ci vorrebbe tutti chiusi nelle nostre case, magari lontani dai luoghi a rischio, quali il Vaticano, Il Duomo di Milano, La Scala, ma anche, a questo punto, dagli aeroporti di Fiumicino e Linate, dalla Torre di Pisa, dalla Basilica di Santacroce a Firenze. Insomma, dovremmo cessare di vivere. Ed in parte gli autori delle terribili stragi di Parigi, hanno già vinto, se consideriamo il panico che si è scatenato, almeno qui in Italia, almeno nella città che ospita lo Stato del Vaticano, dove continui allarmi, veri o falsi, hanno mandato ancora più in tilt di quanto non sia normalmente, il traffico dei trasporti pubblici.
Dunque, in questo senso, Papa Francesco sta facendo la cosa giusta: manda avanti i suoi programmi chiedendo di non cedere al terrore. Su questo siamo pienamente d’accordo, come sul fatto che ieri, ospite di Lilly Gruber a Otto e mezzo, uno noto psichiatra italiano, il quale, al di là della propria valenza professionale (il fatto che lo si veda in tv ogni due per tre non va a suo favore), diceva che sarebbe il caso di leggere in tutte le scuole la lettera di un uomo che a Parigi ha perso la moglie ed al suo bambino cerca di far capire quanto sia importante non provare odio. Questo sì, è un esempio di civiltà.
Che, però, l’arrivo di migliaia di pellegrini a partire dal prossimo 8 dicembre, data d’inizio del Giubileo, faccia diventare Roma un luogo particolarmente appetibile nelle menti deviate che dello spargimento di terrore fanno la propria religione (questa, ritengo, sia l’unica religione attribuibile a queste persone) è un altro dato certo.
Dove sta, dunque, la cosa giusta da fare? Chi può dire se il Giubileo vada rinviato o meno? Certo, in questa sede, nessuno ha la presunzione di farlo e penso che molti, invece, anche tra stimatissimi colleghi giornalisti le cui firme sono ben più note ed autorevoli della mia, si siano arrogati un diritto che non gli compete. Con tutto il rispetto per la libertà di pensiero, parola, opinione, penso che l’argomento sia troppo delicato per essere discusso come fosse un disegno di legge o un decreto governativo.
Qui siamo convinti che cedere al terrore sarebbe il miglior modo per far vincere le persone che ci stanno attaccando e, sottolineo, vengono attaccate, militarmente, in luoghi popolati anche da gente innocente.
Ma giudicare l’operato di Papa Francesco in un momento del genere, credo non spetti a nessuno, se non, per chi crede, allo stesso Bergoglio, quale rappresentante di Cristo in terra.
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