Intrighi di potere. Oggi tocca a Kevin Spacey. L’attore Anthony Rapp: “Mi ha molestato”. Le denunce di divi di Hollywood e “nostrani” continuano a moltiplicarsi. Ma perché non hanno denunciato prima di far carriera?
30 Ottobre 2017Intrighi di potere. «Kevin Spacey mi ha molestato» all’età di 14 anni: l’accusa arriva da Anthony Rapp. E Kevin Spacey si scusa e fa coming out su Twitter: «Sono gay»
Dove c’è potere, c’è corruzione. Che sia codificabile in offerte di denaro per una poltrona o in richieste di prestazioni sessuali per una parte in un film, poco importa. Così è, da tempi non sospetti e così sarà, sempre, purtroppo.
Chi abusa della propria posizione privilegiata per spingersi in avances sessuali, magari promettendo carriere da sogno, è da condannare e criticare duramente. Da parte nostra, almeno.
La domanda che ci poniamo, però, è: perché tutto il sudiciume che sta dietro l’industria cinematografica viene fuori adesso, solo adesso? Come mai le vittime di “proposte indecenti” non hanno denunciato per tempo i propri carnefici? Forse perché non disposte a rinunciare alla carriera promessa? Già, perché il dubbio è forte e fortemente fondato.
Sta di fatto che, dopo le dichiarazioni di attrici italiane ed estere, riguardanti molestie sessuali subite dal produttore Harvey Weinstein, sembra si sia aperto un vaso di Pandora: un giorno sì e l’altro pure, vengono fuori dichiarazioni di molestie a sfondo sessuale subite, talvolta respinte, tal’altra accolte da personaggi dello star system, spesso anche di primo piano e fama mondiale; pensiamo ai casi di Gwyneth Paltrow e Angelina Jolie, solo per citarne alcuni, ma l’elenco sarebbe chilometrico.
Oggi, poi, la dichiarazione di Anthony Rapp, il quale sostiene di essere stato molestato da un grandissimo attore, sinora ritenuto persona seria e di spessore. Sinora. Perché un uomo, che sia attore, produttore, petroliere o politico, che tenta di abusare di un ragazzino di soli 14 anni, non è definibile uomo, ma neanche animale, perché gli animali, chi li ama lo sa bene, non sono capaci di azioni così deplorevoli.
Ma perché aspettare 14 anni? Le molestie sessuali sui luoghi di lavoro rappresentano un vero e proprio reato, perseguibile, in Italia, con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a cinquecentosedici euro, troppo poco, a nostro avviso, ma qui bisognerebbe aprire tutt’altro dibattito.
Chi denuncia, però, diventa scomodo e spesso viene tagliato fuori dal mondo del lavoro in questione, nello specifico il cinema. Ed il sospetto che il silenzio da parte di questi, numerosissimi, personaggi, che alla fine hanno realizzato il proprio sogno, sia dovuto proprio al raggiungimento dello stesso, ci tormenta il cervello, sin dall’inizio di questa storia.
I mostri, ora, chiedono scusa. Ma perché non domandano ai soggetti vittima di violenza o tentato stupro, come mai si sono svegliati, improvvisamente, solo adesso?
La verità, purtroppo, è una sola. La vendita del proprio corpo per raggiungere posizioni di potere o visibilità è antica quanto il mondo stesso. Ed allora, chi ha subito, magari elargendo favori sessuali al potente di turno, dovrebbe avere quanto meno il buon gusto di mantenere il silenzio tenuto sinora.
Certo, nel mondo delle favole, in cui pochi crediamo, l’atteggiamento sano, equilibrato e giusto, sarebbe la denuncia immediata. Perché, dopo tanti anni, a poco serve, se non a gettar fango su chi, per carità, lo merita tutto, ma continuerà a fare il proprio mestiere ed esercitare il proprio potere come è abituato a fare.
Facile far carriera, a volte. Meno facile dichiarare come la si è fatta. E questo è il mondo in cui viviamo. Triste constatazione, ma veritiera…
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