Italia, l’unico potere che funziona è la mafia
11 Gennaio 2016Giustizia? Nel nostro paese è la latitante numero uno. Antonio Ingroia rinviato a giudizio. Sotto accusa le sue dichiarazioni relative alle “prove false” e al “depistaggio” nelle indagini sulla morte del giovane urologo Attilio Manca.
Ingroia, insieme con il collega Fabio Repici, difende la famiglia del giovane medico trovato morto il 12 febbraio 2004.
Della questione ci eravamo già occupati in questa sede, ma forse è il caso di rinfrescare la memoria.
Attilio Manca, urologo, giovane promessa della medicina internazionale, viene trovato morto nel suo appartamento di Viterbo con i lineamenti del viso devastati, il setto nasale deviato, le labbra tumefatte e due buchi sul braccio sinistro, attraverso il quale sarebbe stato introdotto nel fisico del medico, mancino, un mix di eroina e calmanti che ne ha determinato il decesso. La procura di Viterbo all’epoca archivia il caso come suicidio.
A parte tutta una serie di circostanze che portano molto lontano da questa tesi, che Ingroia ha evidenziato, credo che, anche di fronte alle poche parole sopra scritte qualunque pm avrebbe, quanto meno, avuto dei dubbi. La procura di Viterbo, invece, non solo non si è posta questioni del genere, spaventata da chissà quale cellula dello Stato che aveva a che fare direttamente con Cosa Nostra, ma ora, a distanza di 12 anni rinvia a giudizio uno dei due avvocati della famiglia del medico, che continua a scavare per trovare prove inconfutabili della verità.
Una verità che già ben si conosce. Manca è stato ucciso per aver avuto in cura Provenzano, sotto falso nome e per averlo riconosciuto.
Ma qui siamo in Italia, dove la giustizia funziona al contrario e l’unico potere davvero saldo e ben funzionante è quello della mafia, che, unita a parti cruciali dello Stato, rischia di diventare invincibile.
Acquista il mio libro: Qualcosa di Superiore