La nuova Unità. Gramsci si rivolta nella tomba
2 Luglio 2015Il ritorno in edicola dell’Unità ha rappresentato grande soddisfazione per molti, oltre che per uno spiraglio di speranza nel superamento della crisi dell’editoria, ormai palese, anche per il fatto che si tratta di un quotidiano dalla storia lunga e importante.
Da quando il giornale ha ripreso vita, non nascondo, alcune perplessità mi hanno fatto temere per la memoria di Antonio Gramsci, che, a mio avviso, attualmente si sta, mi si perdoni l’espressione, quasi scurrilmente popolare, rivoltando nella tomba.
Non nascondo che avevo qualche remora a scriverne e non, sia ben chiaro, perché abbia timore di dire le cose come stanno, ma perché speravo che, col carburare delle uscite, il quotidiano potesse riprendersi. Da cosa? Da un totale appiattimento dell’informazione, dall’essere diventato, più che un giornale di partito, un organo di diseducazione politica, dove i problemi dell’Italia non esistono improvvisamente più ed un presidente del Consiglio, da tutte le parti contestato, diventa leader assoluto ed indiscusso di un’Italia, addirittura, in grande ripresa economica. Sappiamo bene, tutti, o, almeno, chi quotidianamente s’informa, che così non è.
Ebbene oggi, Marco Travaglio, testa assai discussa, ma pur sempre molto bene funzionante e lungimirante, grande e sparuta penna del giornalismo schietto, sempre più in via d’estinzione, ha dedicato il suo editoriale a questo argomento, con mio grande sollievo, visto che finora nessuno, forse con le mie stesse remore, aveva avuto l’ardire di farlo.
La reazione da parte del risorto quotidiano gramsciano, che di Gramsci non ha davvero più nulla, ha fugato ogni mio dubbio: “Caro Marco Travaglio se ti innervosisci così appena è uscita l’Unità fra 6 mesi ti dovranno ricoverare”, ha twittato la redazione dell’Unità. Se dire la verità, come ha fatto Travaglio, equivale ad innervossirsi, allora siamo davvero vicini alla dittatura. Perché, mi chiedo, allora, non citare direttamente Mussolini, quando nel 1923, decise di mettere il bavaglio alla libertà di stampa? Perché quello era fascismo? E questo, allora, questo sedicente partito democratico cui la nuova Unità appare totalmente asservita, tanto da travisare i dati di fatto in suo favore, cos’è?
La realtà è una, purtroppo. La verità sui quotidiani italiani va cercata con la lente d’ingrandimento, salvo pochi giornali che lavorano in totale autonomia ed in libertà scrivono le cose come stanno. Il giornalismo è diventato uno dei poteri asserviti al potere assoluto della mala politica, pericolosamente arrivando diretto ai cittadini.
C’era aspettativa nella nuova uscita del quotidiano gramsciano, ma, davvero, quali prospettive offre un giornale che, sorvolando su tutto ciò che di storto c’è nel Paese, arriva addirittura a dire le migliaia di scuole che fino a ieri crollavano giù, da domani funzioneranno alla perfezione? Pronta la risposta: nulla. Altro organo di disinformazione, da cestinare, con tutto il rispetto per il suo fondatore, che, probabilmente, potesse dire la sua, la penserebbe come noi.
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