Stato ladro. Boschi viaggia privatamente. E noi paghiamo. Intanto l’Agenzia delle Entrate continua a sottrarci quattrini
26 Ottobre 2017Stato ladro. Dal 14 al 16 settembre di quest’anno, l’ex signora delle Riforme, Maria Elena Boschi, è volata in Canada, tra Montreal e Toronto, per promuovere la propria linea politica (quale sia, ancora non si è capito, ma questo è secondario, ndr). Piccolo particolare, il conto è arrivato a Palazzo Chigi, dunque a tutti gli onesti cittadini contribuenti, salassati dalle tasse e dalle cartelle dell’Agenzia delle Entrate, quella usura legalizzata da uno Stato sempre più ladro
Che la bella Maria Elena Boschi non si faccia mancare nulla, lo si era capito da tempo. E, se lo facesse con l’ingente stipendio che finisce sul suo conto corrente tutti i mesi, magari poco ci sarebbe da polemizzare. Se, però, la ex signora delle Riforme, attualmente sottosegretario del governo Gentiloni, cerca di far passare i suoi viaggi privati per missioni istituzionali, mandando il conto a Palazzo Chigi, c’è qualcosa che proprio non va.
Premettendo che i viaggi istituzionali vengono pagati, da noi cittadini, integralmente, dai voli, ai vari spostamenti, ai pernottamenti in hotel, che, riteniamo, non saranno esattamente a buon mercato, questa storia del viaggio in Canada della Boschi non può andare giù a nessuno, in quanto quello che la signora ha cercato di far passare per trasferta istituzionale, altro non è stato se non una promozione politica della sua persona.
Pronta la replica del segretario generale a Palazzo Chigi, Paolo Aquilani, l’unico che può sindacare su tutte le spese della Boschi, riguardo la notizia, pubblicata dal Fatto Quotidiano: Si è trattato di “un viaggio di Stato, tutto regolare”. Peccato che il soggetto in questione abbia ricevuto particolari favoritismi dal sottosegretario, che, pare, sia stata, in prima persona, responsabile della posizione che Paolo Aquilani oggi ricopre.
Peccato, inoltre, che la signora Boschi sia abituata a fare le cose in grande, tanto che a Palazzo Chigi è arrivata una fattura di oltre mille euro per un servizio fotografico. Viaggio istituzionale? Se anche fosse, le spese sarebbero eccessive. Se, invece, come appare chiaro, si è trattato di una missione politica di autopromozione, il tutto diventa inaccettabile. Vergognoso, mi sento di aggiungere, in un momento in cui il Paese è in serissime difficoltà economiche, con una classe media sempre più inesistente, una povertà dilagante, un quantitativo di tasse da cui i cittadini si sentono soffocati.
Mentre scrivo – mi scuso per centrare l’attenzione su di me, ma lo faccio da comune cittadina – ho sulla scrivania ben tre cartelle dell’Agenzia delle Entrate, per “particolari tipologie di reddito, soggetto, nel nostro sistema fiscale, ad un trattamento ‘agevolato’ detto Tassazione separata”. Naturalmente, come prima cosa, ho consultato il mio commercialista. Risposta? Devi pagare! Perché, mi domando io? Ma perché, altrimenti, dove troverebbe, questa massa di ladri che ci governa, tutti i soldi che sperpera?
La verità è che la situazione italiana è arrivata al limite. La verità è che un cittadino italiano che incassa mille euro, fra tasse e cartelle esattoriali, ne deve allo Stato circa 600, se non di più.
La verità è che questi ladri autorizzati a rubare, che siedono sulle poltrone di Palazzo Chigi, devono tornarsene a casa, prima che sia troppo tardi, prima che il Paese affondi definitivamente.
La possibilità, per noi cittadini, di salvarci, sarà a breve, attraverso le prossime elezioni politiche. Andiamo a votare, in tanti e cerchiamo di togliere di mezzo personaggi che delinquono, alcuni anche secondo la legge, soggetti che rubano direttamente dalle nostre tasche. Per questa gente, il tempo è scaduto: hanno fatto già abbastanza danni al Paese. Sta a noi rispedirli a casa.
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