Un libro: un mondo
14 Marzo 2016Niente e nessuno potrà mai farti volare alto come un libro…
Un uomo (da Una finestra sul mondo)
Era giugno inoltrato. Il tempo in cui, nella sua Calabria, si poteva godere del miglior mare possibile, pulito, spoglio del baccano che di lì a due mesi lo avrebbe invaso. Eppure, Lida si faceva bastare ciò che poteva avere. L’unica consolazione, l’unica illusione che l’aiutava a sopportare il fatto di esser praticamente costretta a giocare a golf, era la magia della natura. I rigogliosi prati di vastità infinita sui quali si trovava a trascorrere tutti i week end, per quanto neanche minimamente paragonabili al suo adorato mare, la ripagavano, in parte, della noia mortale che avvertiva in quelle interminabili giornate in cui suo marito era libero dal lavoro.
Di famiglia alto borghese calabrese, con idee spiccatamente di sinistra, Lida non accettava, già per una questione di principio, il gioco del golf, ben sapendo cosa avesse rappresentato in passato, quando l’accesso ai campi non era consentito se non a persone di ceto alto.
Era stato suo padre a volerle dare il nome che portava, Lida, come il personaggio di uno dei racconti di Cechov, donna ambigua, figura non del tutto positiva, di cui, però, a suo padre piaceva la forza d’animo e l’intraprendenza.
Per una specie di ironia della sorte, Lida, unica figlia di Roberto ed Anna, venne su intelligente quasi più del padre e di una bellezza che non passava inosservata, con i suoi capelli biondo svedese, le efelidi che le davano un colorito roseo, gli occhi verde smeraldo, ma di un’innata, profonda, indolenza ed altrettanta debolezza di carattere. Era questo, probabilmente, che l’aveva spinta a sposare Guido, romano della Roma bene, ingegnere di lavoro e di mentalità, berlusconiano di ferro, negli anni tra il 2000 e il 2005, quando il cavaliere iniziava a dare spettacolo in politica, acquistando consensi mese dopo mese ed incantando le folle, che mai minimamente si sarebbero aspettate che quell’uomo stesse portando il Paese alla rovina economica e sociale.
Guido era un uomo di infinita sicurezza in se stesso, una di quelle persone mai sfiorate da dubbi o vacillamenti nel pensiero. Parlarci era come conversare con un muro di gomma, lui esprimeva le sue idee, ferree, ma non ascoltava e mai condivideva quelle degli altri. Si erano sposati due anni prima, quando Lida aveva trentasette anni e lui quarantacinque. Era un matrimonio come tanti, quasi totalmente privo dell’intimità che in una coppia dovrebbe rappresentare l’esclusività del rapporto. Desiderosa di avere un figlio, Lida sperava tutti i giorni e tutte le sere che il marito riuscisse a trovare l’energia per unirsi a lei, ma questo succedeva sempre più di rado… continua…
Acquista il mio libro: Qualcosa di Superiore