Migranti ragazzini, scandalo a Roma
21 Febbraio 2016Piccoli migranti, un mondo parallelo
Inchiesta shock dell’Espresso: Decine di ragazzini vivono da soli nei cunicoli di Stazione Termini, in pochi metri, coperti da stracci, vendendo i propri corpi per comprarsi da mangiare Gabrielli: Risolveremo la situazione
Esiste tutto un mondo, dentro e nei pressi di Stazione Termini, bene occultato fra i bei negozi , i ristoranti ultramoderni, i numerosi agenti di polizia. Un mondo lurido, fatto di povertà, di cartoni sudici, di sfruttamento della prostituzione, ma fatto soprattutto di migranti minorenni.
Un’inchiesta dell’Espresso fa venire a galla una realtà che la maggior parte di noi ignorava e, forse, non avremmo mai voluto conoscere, perché protagonisti di questo mondo parallelo sono minorenni, femmine e maschi, senza famiglia che rientrano fra i seimila minorenni non accompagnati arrivati in Italia e scomparsi. E per non morire di fame vendono i propri e sono vittime di pedofili, uno dei quali, un ingegnere americano arrivato a Roma da Chicago, arrestato nelle scorse settimane.
Decine e decine di immigrati minorenni che vivono ai margini della Capitale d’Italia, a due passi dalla civiltà, in cunicoli maleodoranti o sotto un albero, arrotolati come fagotti in coperte sporche e bucate, tra i sacchetti della spazzatura, con i topi che gli girano attorno.
Le testimonianze raccolte dall’Espresso sono agghiaccianti. Basti sentire le parole di Abdul, 16 anni: «Sono ancora un bambino, ho paura». Abdul è arrivato dall’Egitto su un barcone, da solo.
E da solo è rimasto, in mezzo ad altri ragazzini nella sua stessa condizione e spesso avvicinato da adulti che ne “comprano” il corpo.
Ciò che ci chiediamo è come sia possibile, in un mondo civile, l’esistenza di una realtà parallela così squallida, sudicia, inaccettabile perché vede protagonisti ragazzini abbandonati a se stessi.
Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, interpellato da l’Espresso , annuncia che per salvare questi ragazzini è stata avviata «un’unità di strada sperimentale dedicata proprio ad intercettarne il disagio, monitorando i loro luoghi di ritrovo e stazionamento, informandoli sui servizi di accoglienza ed individuando eventuali soggetti adulti che potrebbero sfruttarli in attività illecite. L’unità sarà attiva all’interno della stazione Termini e nelle aree limitrofe 6 giorni su 7, dalla mattina sino a tarda sera, avvalendosi di educatori e mediatori linguistico culturali esperti nell’approccio a utenti in situazioni di disagio».
Ma al prefetto chiediamo: ci voleva un’inchiesta giornalistica per scoprire questa realtà indecente? Cosa ci stanno a fare tutti quei poliziotti in divisa per gli eleganti spazi di una stazione Termini da poco restaurata? Forse qualcuno ha visto e si è girato dall’altra parte?
Non lo sappiamo. Speriamo solo che il prefetto Gabrielli mantenga la parola e riesca ad estirpare il suduciume che è venuto fuori, inchiodare i colpevoli di abusi su minori e, soprattutto, salvare e togliere da quel mondo parallelo, le decine di ragazzini abbandonati.
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