Neve. Terremotati sommersi, senza riscaldamento, né luce. Pd provi ad andare in mezzo a loro a far campagna elettorale
26 Febbraio 2018Neve. Famiglie bloccate da giorni, “parcheggiate” in roulotte fatiscenti. Uomini, donne, bambini, anziani, ammassati in caravan, senza riscaldamento, né energia elettrica. La neve ha complicato la situazione già molto critica di per sé. “Nuovi crolli, strade bloccate. Qui serve l’esercito”. È un vero e proprio SOS quello lanciato dalle popolazioni del Centro Italia, colpite, ormai più di un anno e mezzo fa, da scosse ripetute di un terremoto che ha distrutto le loro case, le loro scuole, i loro uffici, le loro vite.
Ottime le intenzioni del presidente della Repubblica: «Determinati a stare loro vicini», dice Mattarella. Ma, oltre le intenzioni, presidente, cosa intendete fare?
Forse lasciarli morire di freddo, di fame, abbandonarli alla loro tragedia, aggravata ultimamente dalle condizioni meteorologiche? Tra le persone bloccate, ammassate, per altro, in pochi metri quadri non riscaldati, ci sono anche donne e uomini in età molto avanzata. Quanto credete possano resistere ad una situazione disumana come quella in cui stanno “sopravvivendo”? Già, perché la vita, a queste persone, è stata rubata. E non soltanto dal fenomeno crudele, per quanto naturale, di una terra che sembra non volersi fermare, quanto, piuttosto, dall’abbandono da parte della politica, assorta nei propri sogni di gloria, come sempre.
Che fine hanno fatto, ad esempio, quei quasi 40 miliardi stanziati per le ricostruzioni, dal momento che, sinora, sostengono Regioni e Protezione civile, solo 50 abitazioni sono state rimesse in piedi? Ma attenzione, perché l’emergenza sarebbe finita, parola di premier, a gennaio. Di fronte a tale dichiarazione di Gentiloni, si è sollevata l’ira dei vari comitati per la salvezza degli sfollati. E parliamo di quello stesso, attuale premier, che una parte di Pd ha il coraggio di riproporre come capo del governo. Ma ci facciano in piacere.
Ultimamente, però, forse rendendosi conto della situazione di emergenza assoluta, lo stesso governo ha stanziato altri 570 milioni. Ah, però, che sforzo! Se non sono bastati 40 miliardi, cosa pensano possano fare 570 milioni, il miracolo? Già, perché solo un miracolo ci vorrebbe!
Oltre al dubbio di dove siano finiti quei 40 miliardi, perché sorge naturale: forse nelle tasche di qualche furbetto, come accade sempre in Italia, anziché essere utilizzati per le ricostruzioni? Oltre a questo, dicevamo, ora cosa pensa di fare l’inesistente politica di questo paese, in primo piano esclusivamente per la corsa alle poltrone?
La risposta è semplice, per quanto vergognosa: niente! A parte le buone intenzioni di Mattarella, oggi sul tavolo del governo, per l’emergenza terremotati non c’è nemmeno una parola, non un euro, nulla di nulla.
Ma certo, come altro potrebbe essere? Il 4 marzo si avvicina. I signori politicanti sono tutti troppo presi dalle frottole da raccontare agli italiani, per occuparsi di questioni serie.
E così, altro che miracolo! Le vite devastate dal terremoto, ora appese a un filo, possono solo pregare, almeno chi crede, restare unite e sperare in un miracolo.
Quanto a noi, non staremo a guardare la distruzione di una popolazione già piegata dal dolore di perdite umane e materiali. Noi urleremo fino a che avremo voce: questa politica è vergognosa, spudoratamente ripiegata su se stessa ed il 5 marzo inizierà a subirne le conseguenze. Perché, se sbagliare è umano, perseverare è diabolico…
Acquista il mio libro: Qualcosa di Superiore