Pasternàk e l’ipocrisia eretta a sistema
21 Novembre 2015“Alla gran maggioranza di noi si richiede un’ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarci di ciò che ci rende infelici. Il sistema nervoso non è un vuoto suono, o un’invenzione. E’ un corpo fisico, formato di tessuti. La nostra anima occupa un corpo nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all’infinito”.
Parole, che trovo di un’attualità che supera qualunque letteratura del momento, tratte dal “Dottor Zivago”, di Borìs Pasternàk. Un capolavoro, non un semplice libro, che mi sconvolge ed apre la mia mente a nuovi, sperduti, sentieri, ogni volta lo rilegga.
Chi di noi non ha mai pensato di vivere in una società che pretende ipocrisia? Chi di noi non è mai stato combattuto tra ciò che ama e ciò che dovrebbe amare, in base ai canoni della società. Pasternàk scrive e pubblica nei primissimi anni del Novecento. Ne è passato di tempo, ma le cose, purtroppo, per il genere umano non sono affatto cambiate, se non, forse, in peggio.
L’ipocrisia è divenuta sistema. Quanto a ciò che ci passa per la mente e per l’anima, viene ormai automaticamente messo da parte a vantaggio di ciò che è conveniente, accettato dalla società.
E’ per questo che ho voluto citare questo pensiero, infinito nella sua grandezza. Per ricordare a me stessa ed a te, mio unico lettore, che la vita è una ed il sistema nervoso non è capace di sopportare l’insopportabile. Vivi, fino in fondo, ogni tua passione, gioisci di quello che ti fa gioire e abbandona ogni cosa per la quale la società vorrebbe che gioissi. Vivi, fino a che puoi.
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