Pensionato suicida. Vittima di banche e governo
17 Giugno 2016Aveva accumulato un bel gruzzoletto, circa 400 mila euro, con i quali aveva intenzione di pagarsi una casa di cura. Antonio Bedin, 69 anni, di Montebello Vicentino, dopo aver scoperto che i suoi risparmi si erano ridotti a 779 euro, si è ucciso. Un colpo al cuore, per smettere di soffrire.
“Sto troppo male – ha lasciato scritto in un biglietto rivolto al fratello, con il quale viveva – voglio essere cremato e sepolto nella tomba vecchia”.
Il fratello, quattro anni più anziano, non ha dubbi: “E’ colpa loro – dice riferendosi alle banche – sono peggio dei mafiosi”.
La banca in questione, questa volta, è la Popolare di Vicenza, il cui crollo è iniziato sotto l’ex presidente, Gianni Zonin, responsabile, insieme con altri cinque, di aver fatto precipitare le azioni dell’istituto da 62,5 euro a 0,10 centesimi.
Pare, infatti, che molte famiglie abbiano subito ingenti perdite affidandosi alla banca di Vicenza.
La perdita di Antonio, però, è cosa gravissima e deve far riflettere. Non è il primo caso di suicidio per dissesto bancario. Nonostante tutti i “regali” concessi dal governo agli istituti di credito, essi continuano a mietere vittime, come fossero noccioline.
Ed ha ragione il fratello di Antonio, che, nella sua semplicità, afferma: “sono peggio dei mafiosi”. Perché tanto, la protezione da parte del governo la trovano sempre. Una vita in più, una in meno, figuriamoci cosa può interessare a magnati senza scrupoli o ai nostri politicanti che nuotano nell’oro.
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