Primarie PD, Renzi capo unico di partito a brandelli, tra nuovi scandali giudiziari. Paese intanto al record disoccupazione
2 Maggio 2017Primarie PD. Avevamo ampiamente previsto l’esito di quella che appare sempre più una pagliacciata. Di fatto, Renzi è il vincitore assoluto delle primarie del partito di governo; per la serie errare è umano, perseverare è diabolico.
Mentre già le divisioni, all’interno del partito, anziché attenuarsi, si moltiplicano, almeno nelle prospettive. Michele Emiliano, uno dei due sfidanti del superuomo di Firenze, dopo aver contestato lo scrutinio dei voti: “Io di Renzi non mi fido – dice – Non mi aspetto nulla da lui, ma voglio capire cosa ha in testa”. Immagini quanto lo verremmo noi, caro Emiliano. Ma il governatore della Puglia ci va giù anche più pesante: “Spero che Renzi abbia imparato la lezione del popolo italiano che il 4 dicembre ha detto che quel modo di governare l’Italia non gli è piaciuto, quindi, se impareremo dagli errori commessi, saremo pronti ad assicurare il nostro contributo alla discussione nel Pd e una volta trovato la soluzione comune, la sosterremo”. Traduzione: niente di scontato, nessun appoggio promesso al vecchio-nuovo, unico, segretario del partito, almeno da parte di Emiliano. Ed aggiungiamo che appare assai difficile che Renzi si sia anche posto la questione della sconfitta schiacciante del referendum. A noi pare, piuttosto, che, molto ben guidato nel rapporto con la stampa, grazie a Michele Anzaldi, maestro della comunicazione, prima ancora che deputato e tutto il resto, Renzi abbia detto e fatto, nei giorni di campagna elettorale, le cose giuste, a parte qualche scivolone sfuggito via così, perché è difficile voltare pagina dall’oggi al domani, anche per uno come lui, che con le frottole e le maschere ha ottima dimestichezza.
Tornando alle condizioni del partito, anche sul fronte di Orlando, sembra non tirare aria mite, non filo renziana sicuramente. I sostenitori di Andrea Orlando contestano i dati e puntano il dito su un dato di fatto: il crollo di Renzi nelle regioni più “rosse”, compresa la sua Toscana.
L’unico dato certo, sinora, è, insomma, che il partito di governo continua, imperterrito, a giocare a rimpiattino, mentre spuntano nuovi scandali giudiziari al suo interno e, soprattutto, quando l’Istat ci consegna una fotografia drammatica sul fronte della disoccupazione, che è arrivata a toccare livelli record.
Per il resto, di sicuro c’è ben poco. In politica far previsioni è sempre controproducente ed il più delle volte, deludente. Dunque attendiamo la fine della legislatura, che difficilmente ci pare possa essere quella naturale, mentre i signori del Pd giocano a dare i numeri.
D’altra parte “La politica mi pare sia anch’essa un divertimento, talvolta terribile, comunque un divertimento”, diceva Eugene Jonesco, genio del teatro del grottesco.
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