Puglia: morti e feriti, tra dolore e rabbia
13 Luglio 2016Sarebbero 27 i morti nel disastro ferroviario avvenuto ieri tra Andria e Corato, per uno scontro fra treni, che, con ogni probabilità, si sarebbe potuto evitare. Almeno 50 i feriti ancora ricoverati negli ospedali pugliesi, di cui una decina in gravi condizioni.
Dolore: è la prima reazione, di fronte alla morte di ben 27 persone. Dolore per quanto accaduto loro, per quanto staranno soffrendo le loro famiglie e i loro amici. Dolore, perché, ancora una volta, scopriamo nel peggiore dei modi, quanto la vita umana sia appesa ad un filo sottile sottile, che può spezzarsi da un istante all’altro.
Rabbia: è la sensazione che scatta d’istinto, leggendo le notizie. Parliamo di una linea ferroviaria inaugurata da Aldo Moro il 30 settembre del 1965, cioè oltre 50 anni fa. E da allora rimasta tale. Il disastro non è dovuto alla solita mancanza di soldi: dieci anni fa proprio per la tratta Corato Andria vennero stanziati 25 milioni.
Ora, come sempre accade, all’indomani di eventi disastrosi come questo, scatterà il rimbalzo di responsabilità.
E’ tardi, però. Si sarebbe dovuto provvedere prima che tante persone perdessero la vita ed altre rimanessero gravemente ferite.
Secondo la stampa locale, l’incidente si sarebbe verificato a causa di un errore umano. In pratica uno dei due convogli sarebbe partito in anticipo dalla stazione di provenienza: nella tratta, infatti, è in uso il sistema antidiluviano del blocco telefonico, il via libera ai treni è dato da una comunicazione attraverso telefono tra gli operatori delle varie stazioni. Secondo il Corriere del Mezzogiorno, invece, ci sarebbe stato un guasto dei sistemi che regolano le coincidenze.
L’augurio è che non venga fuori una delle solite, ormai consuete, spartizione di soldi, stanziati per opere di trasporto pubblico e divisi, invece, fra i politici locali.
Per il resto, adesso, fanno quasi sorridere le reazioni del presidente del Consiglio, che si è precipitato in loco.
Per il resto, adesso, rimane il dolore di vite distrutte, di altre in grave pericolo, per il fatto che in questo paese, per incuria, traffici sporchi di quattrini pubblici, per distrazione umana magari, le vite di tutti sono a rischio, sempre.
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