“Qualcosa di superiore”, il mio prossimo libro
2 Settembre 2019Pubblico alcuni stralci di “Qualcosa di superiore”, il mio prossimo libro, presto in libreria.
“Qualcosa di superiore”
“Chi siamo noi per pensare di poter decidere della nostra vita, quando essa ha una tale forza da decidere per se stessa e per noi tutti”
“Mi chiedo spesso come sia possibile che l’unico luogo in cui riesco a frenare i pensieri è l’acqua del mare (…). Si sfocano piano piano mentre mi avvicino all’acqua e poi, di colpo, quando mi ci trovo immerso, essi scompaiono del tutto, cancellati dalla trasparenza del mare. È un fenomeno strabiliante, di cui ancora non riesco a trovare la spiegazione….”
“Noi esseri umani camminiamo su un filo sottilissimo e tutti rischiamo di cadere da un istante all’altro”.
“Chi sa dire qual è il confine tra follia e normalità? Chi può dire se l’anomalia sta al di qua o al di là delle sbarre? Chi può affermare con certezza di essere esente da follia nei propri ragionamenti?”
“Penso che la vita vada vissuta momento per momento, goduta fino in fondo. Fare un lavoro frustrante equivale ad avere una vita frustrante…”
“Mio padre aveva una smania perenne, come di chi nella vita non ha combinato nulla. Parlava in modo lamentoso ma violento al tempo stesso, mio padre. Anche quando diceva a mia madre ti ammazzo era un lamento quasi incomprensibile, strascinato, però, dall’ira. Lì per lì non capivo, cercavo di non sentire quelle urla. Compresi solo dopo, con il tempo…”
“Sei stato tu ad insegnarmi tutto. Ho imparato a capire il mondo attraverso i tuoi occhi. Ho imparato a fidarmi dell’istinto. A non chiedere amore, se amore non ce n’è. Ho imparato ad arrabbiarmi con chi mi fa male…”
“Quante parole possono esserci in un silenzio…”
“Si mise a pensare a quanto fondamentale sia il tempo nella vita di ciascuno di noi. Se solo a volte lo si potesse fermare, pensò…”
“C’è una forza superiore, che molti chiamano Dio Misericordioso, altri natura, altri semplicemente destino; comunque la si voglia definire, essa decide per noi, minuscoli esseri umani…”
“Non avrebbe mai dovuto fare ciò che ha fatto. Ma la colpa è mia. Avrei dovuto fermarlo. Quando ha infilato quella roba dura come la pietra dentro di me, a parte il dolore atroce. Un senso di schifo per me stessa e poi tutto quel sangue e la vergogna. Dio, se papà dovesse sapere. Quella sera, quella sera sono morta e non riesco più a tornare fra i vivi…”
“La fine arrivò. Presto, troppo prima di quanto pensassero. Quattro giorni di agonia e poi il padre di Mia se ne andò via per sempre. Mia, sua madre, le sue sorelle, rimasero come stordite a rimpiangere l’inferno dei giorni passati. C’era ancora il corpo, senza vita, nel letto, ma a breve non ci sarebbe stato neanche più quello”.
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