Quello che le coppie non dicono
20 Settembre 2015Il 70 per cento degli italiani, pur sessualmente più attivi di altri popoli, si dichiarano insoddisfatti della qualità dei propri rapporti: è quanto emerge dalle statistiche, dunque con il margine di inesattezza che ogni indagine di questo tipo comporta.
Sempre secondo dati dell’Istat, nel nostro paese, un matrimonio su quattro finisce e, se negli ultimi due anni i divorzi hanno subito una lieve diminuzione, il fatto è dovuto alla crisi economica, che costringe i due membri della coppia a rimanere sotto lo stesso tetto.
Questi, i dati ufficiali che riguardano le coppie italiane. Veniamo alla vita vissuta, direttamente o indirettamente. Laura, non la chiamo con il suo vero nome per ovvie ragioni, questa estate che volge al termine, ha conosciuto un ragazzo. Si sono piaciuti subito. L’hanno avvertito entrambi. Lui, 35 anni, lei dieci di più. Lui, ottimo lavoro, fidanzato, convivente con una venticinquenne di Cuba che studia per diventare parrucchiera. Lei, donna di grande cultura, single, per scelta o per paura, o per “sfiga”, dice sorridendo. Lui del posto, paesino della Campania d’incantevole bellezza, lei milanese. Escono insieme, una sera, a cena. Dopo si baciano, si assaggiano, ma lui dice di dover tornare a casa dalla sua “donna”. Continua la frequentazione, mare, serate a bere. Niente di più. Laura riparte per Milano. Due giorni dopo, lui le scrive che ha voglia di lei e vorrebbe che facessero sesso telefonico.
Credo che in questa storia ci sia molto materiale per far comprendere il mal funzionamento delle coppie e la crisi personale di uomini e donne di oggi, che, sempre più spesso, alla fine, decidono di rimanere soli. Questo Lui di Laura, pur essendo molto attratto da lei, non ha il coraggio di mettersi in gioco, se non a chilometri di distanza.
Siamo terrorizzati da fallimenti sentimentali, tradimenti, senso d’inferiorità rispetto all’altra persona. Lo siamo a tal punto che un bell’uomo, intelligente, brillante, che potrebbe avere accanto una donna al suo livello, sceglie di vivere con una ragazzina straniera che non gli dà alcun fastidio, mentale almeno.
Questa è solo una delle mille storie che ho raccolto e vorrei raccontare, ma non posso farlo in una sola volta. Per cui, alla prossima puntata e, soprattutto, se avete esperienze da raccontare, o idee da esprimere sull’argomento, anche sotto falso nome, sappiate che le mail sul sito arrivano direttamente a me e, naturalmente, il vostro nome resterebbe anonimo.
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