Quirinale. Nel circo di Montecitorio, ancora un nome “quirinabile” non c’è
26 Gennaio 2022Quirinale. Al via la terza giornata di votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Finora, solo perdita di tempo da parte di un parlamento bloccato, impantanato in un circo indecoroso e pericoloso per il Paese
Quirinale. Se un nome deciso, condiviso e già pronto per il trasloco al Colle, ci fosse anche da prima dell’inizio delle votazioni, non stupirebbe. Se la danza dei pagliacci che siedono nelle aule parlamentari del nostro paese fosse solo un modo per prendere tempo fino a domani, quando basterà la metà più uno dei voti per eleggere la più alta carica dello Stato, non sorprenderebbe. Ciò darebbe modo ai signori politicanti di fare accordi e inciuci, scambi di poltrone, quel do ut des su cui ruota tutta la vita parlamentare, ministeriale e presidenziale italiana.
Finora, tra rose e viole di nomi “inquirinabili”, per non dire indecenti, svolazzanti da una destra improponibile ed una sinistra ormai inesistente, si sono sprecate schede bianche, alternate a ridicole, quanto sgradite battute, come Christian De Sica, Nino Frassica, passando per Claudio Baglioni, Amadeus e Al Bano. Il tutto, a completamento di uno scenario inverecondo agli occhi internazionali, ma soprattutto nazionali.
In un paese di cittadini per lo più seri, lavoratori instancabili, nella maggior parte dei casi impegnati otto ore al giorno in mestieri il più delle volte sotto pagati, abbiamo dovuto assistere al circo vergognoso dei signori della politica, che, avvolti dall’atmosfera ovattata dei palazzi d’oro e blindati, che lavorino o meno, da stipendi di platino, hanno dato il meglio di sé in una sorta di teatro del grottesco attorno ad un appuntamento che più serio non potrebbe essere, come quello dell’elezione del presidente della Repubblica.
E poi, per tornare su un piano semi serio, perché di più non lo si può definire, ciò che sconforta maggiormente è che un nome valido, integro, superpartes, totalmente avulso dalle logiche luride di lobby, massoneria e corruzione, sinora non c’è e probabilmente non salterà fuori all’ultimo minuto.
Qualcuno, quelle avanzate fino al momento, le definisce “candidature autoreferenziali dei Mediocri”, adoperando, a mio avviso, un eufemismo. Da Mario Draghi e Marta Cartabia, che con la riforma della giustizia hanno distrutto il sistema giudiziario italiano, voltando le spalle ai fondamenti democratici della nostra Repubblica. Quanto a Draghi, nello specifico, tanto amato e apprezzato come presidente del Consiglio, forse qualcuno dimentica o non vuol vedere che, per far tornare i conti a livello europeo e in particolare, favorire quelle banche cui è legato a doppio filo, ha gettato i cittadini contribuenti in una situazione economica disastrosa, non sostenibile dai più, soprattutto da quelle classi medio basse puntualmente bersagliate dai mal governi.
Insomma, una cosa è certa: in questo momento i giochi, quelli veri, si svolgono fuori dall’Aula di Montecitorio. Ma ciò che è ancora più certo e drammatico è che il teatrino che ha luogo in quell’Aula, non fa altro che nascondere una vergognosa realtà, che qualcuno, come chi scrive, non sottomesso alle logiche di un’editoria dipendente in tutto e per tutto dalla politica, ha il dovere di denunciare.
Una realtà che non si arresta dallo sprofondare in un buio sempre più cupo e sconvolgente.
Sui diritti inviolabili, però, non è giusto trattare né soccombere a compromessi politici, né, tanto meno, ci si deve adattare alla logica del meno peggio. Prima che come giornalista, come cittadina, mi sento in diritto ed anzi in dovere di pretendere l’elezione di un o di una presidente della Repubblica davvero degno o degna di ricoprire questo ruolo, una figura, dunque, che si opponga fermamente all’aberrazione della politica, tutta, ormai, moralmente infangata nell’indecenza, pronta a piegare la schiena di fronte ai poteri ancora più forti di essa stessa, quali sono le lobby e le mafie.
Sarà pure un’utopia, ma, come cittadini italiani, abbiamo tutto il diritto di chiedere per il Colle un nome valido, “quirinabile”, un nome all’altezza di Sandro Pertini.
Già, utopia, pura e semplice utopia…
“Sii sempre, in ogni circostanza e di fronte a tutti, un uomo libero e pur di esserlo, sii pronto a pagare qualsiasi prezzo”. (Sandro Pertini)
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