No quorum: risultato di non election day
18 Aprile 2016Si è fermata al 32 per cento l’affluenza alle urne per il referendum sulle trivelle. Ci eravamo illusi fino alla fine, perché la speranza è l’ultima a morire per chi crede davvero in una causa.
Nella realtà dei fatti, era più che prevedibile che il 50 per cento più uno non si sarebbe raggiunto. In primis perché il governo ha voluto buttare via 300 milioni, pur di evitare l’election day, per timore, fondato, che allora sì, il quorum sarebbe stato raggiunto.
Poi ci sono state le incitazioni all’astensione, da parte di Renzi, da parte della Boschi, da parte del grillo Parlante, emerito Napolitano, e così via.
Che un referendum non raggiunga il quorum è un dato politico sempre e comunque negativo. Lo è ancora di più in questo caso, perché sarebbe stata una lezione di democrazia a questo esecutivo che della materia è totalmente analfabeta. Che Renzi, dunque, canti vittoria, è del tutto fuori luogo, anche perché c’è da considerare quali sono gli altri due motivi della vittoria dell’astensionismo.
Il primo è la totale disinformazione, i cittadini subiscono informazioni distorte a dovere da mezzi di stampa asserviti al governo.
L’altro motivo è la sfiducia. Non è una giustificazione, ma molta gente avrà pensato di non andare a votare perché tanto il quorum non sarebbe stato raggiunto.
Avversare questo governo è un po’ come lottare contro i mulini a vento. Ci sono troppe lobby alle sue spalle, troppi interessi economici ben manovrati al suo interno, tanta, troppa ostinazione a non perdere mai, per nessuna ragione al mondo.
Noi, però, la speranza non la perdiamo e, per il referendum costituzionale di ottobre, speriamo in una maggiore presa di coscienza da parte dei cittadini, certo non della classe dirigente, quella sarebbe impossibile.
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