Referendum, Renzi e le solite frottole
2 Maggio 2016Da Firenze il premier lancia la corsa per il referendum sulle riforme costituzionali di ottobre. “Faremo 10mila comitati in tutto il Paese”. Semplice, con i soldi dei cittadini…
“La sfida più grande inizia adesso”: una cosa giusta l’ha detta, per la prima volta nella sua carriera politica, a Firenze, da dove inizia la campagna referendaria per il sì. Ma l’ha detta dopo e prima delle solite frottole. A partire da “Il lavoro di questi due anni ha prodotto un cambiamento radicale”. Come no, presidente, per voi che state nelle comode poltrone, ai piani alti dei palazzi romani, sicuramente, perché i cittadini, invece, dati alla mano, non se la passano affatto bene.
E poi, la solita solfa “La rottamazione non vale solo quando si voleva noi…. Se non riesco vado a casa”. Intanto, un consiglio, presidente, una rispolverata ad un libro di grammatica italiana, che ne so, magari in casa uno lo trova. Ma poi, pensa davvero di convincere, per altro con una mega campagna elettorale pagata con i nostri soldi, un popolo a votare sì a riforme che continuate a chiamare costituzionali e che di costituzionale non hanno nulla? Davvero crede che il Paese voglia cadere ancora più in basso?
Perché un conto è l’apparenza mediatica di uomo che non deve chiedere mai, ma, se ci crede sul serio, la cosa desta preoccupazione. E non poca.
Il gradimento degli italiani nei suoi confronti è in calo già da un po’. Oggi, poi, con l’aggressione che ha ricevuto da parte delle vittime del disastro bancario di qualche mese fa, dovrebbe averne un’idea più chiara ancora. Ma, delle due l’una, o ha frequentato un’ottima scuola di recitazione o scarseggia d’intuizione politica. Chi scrive ritiene che le due cose in Renzi vadano di pari passo.
Certo, in politica non si può mai esser certi di nulla. Ma noi, inguaribili ottimisti, speriamo che gli italiani questa volta riescano a dargli una lezione di democrazia, cosa che il premier sembra non conoscere. Se poi, come dice da mesi, andrà a casa, ci sarà una speranza di ripresa per il Paese.
E’ chiedere troppo, lo so, ma noi cittadini onesti continuiamo a sperare. Anche nell’impossibile.
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